Serena Bacchiocchi “L’Atlante nudo delle Anime e dei Corpi”, Ventura Edizioni

Narrativa, Collana Parole Madri
Ventura Edizioni

Un atlante intimo e universale che racconta il corpo e l’anima come luoghi di memoria, dolore, rinascita.
Con L’Atlante nudo delle Anime e dei Corpi, Serena Bacchiocchi firma un’opera che intreccia autobiografia e narrativa, realtà e immaginazione, in un viaggio potente e senza filtri tra relazioni
familiari, fragilità, fantasie salvifiche e percorsi di resistenza interiore.
Il libro prende forma come una lunga lettera e come un mosaico di “chilo-metri” da percorrere: frammenti di vita che si intrecciano con la storia collettiva, con figure femminili e queer, con il peso invisibile che ciascuno porta dentro di sé.
In copertina, un’illustrazione di Guendalina Ravazzoni apre le porte a un atlante cangiante, mutevole, capace di parlare al lettore in profondità.

La sinossi

Quanto sono vasti i Continenti?
…e le nostre anime e i nostri corpi?
Blanquita, la voce narrante di questo romanzo audace, ci guida attraverso un mondo dove le coordinate di tempo e di spazio si dissolvono. Attraverso le storie intrecciate di Mercedes, di Esteban Mandurín, dello Straniero, delle sorelle Dalmare e di Estela Boliviàn, Blanquita sfida la convinzione che per avanzare bisogna necessariamente andare avanti. Invece, ci invita a camminare in tutte le direzioni: indietro, in alto, di lato e persino sotto terra, esplorando il peso emotivo e la distanza percorsa in Chilo- Metri, un’unità che misura non solo il cammino fisico, ma anche quello interiore.
L’autrice, con il suo stile irriverente e originale ci accompagna in un luogo sospeso dove corpo e anima si intrecciano, portandone alla luce le verità nascoste. Ogni pagina di questo Atlante ci conduce verso la terra degli Ossimori, un luogo senza confini, dove la realtà si fonde con la fantasia, la verità si mescola con la menzogna, l’ordine convive con il disordine, la violenza e la tenerezza portano lo stesso nome e i fantasmi sono in carne ed ossa.

Serena Bacchiocchi nasce ad Ancona il 25 settembre 1976 sotto il segno della Bilancia. Sebbene molto impegnata sul piano lavorativo e imprenditoriale, continua ad assecondare la propria natura artistica e a scrivere poesie e racconti. Questo romanzo prende forma durante il periodo del Lockdown. Dicono di lei: Ironica. Eclettica. Energica.







Giacomo Sgambato “Amore in contanti”, Ventura Edizioni

Ventura Edizioni

Il racconto crudo e ironico del cliente, un punto di vista
inedito sul mondo della prostituzione.

Un viaggio autobiografico e narrativo che racconta
senza filtri la vita e le emozioni di un uomo alle prese con il mondo del sesso a pagamento.
Con prefazione del prof. Emmanuele A. Jannini (Università Tor Vergata, Roma), il libro affronta uno dei fenomeni sociali più antichi e controversi – la prostituzione – scegliendo un punto di vista
raro: quello del cliente.
Tra ricordi personali, episodi ironici, riflessioni intime e storie talvolta crude, Amore in contanti si propone come un testo che non giudica, ma osserva, racconta e invita a riflettere. Una testimonianza che intreccia autoironia, tenerezza, disincanto e profondità, restituendo un quadro complesso e umano di un mondo spesso ridotto a stereotipo.

La sinossi

Un bambino apre come scatole cinesi il suo futuro, contempla il mondo e ne pregusta le scoperte. In un afoso pomeriggio svela una terribile e splendida realtà, ne conserverà il sapore tra le pieghe della mente fino a quando non ne capirà il reale significato. Anni più tardi si ritroverà uomo in un viaggio intimo e disincantato in cui si perderà tra personaggi grotteschi e storie kafkiane. Una ripida discesa nel mondo sotterraneo della prostituzione. Esisterà solo in un labirinto surreale quasi sempre popolato da vite afflitte e in perenne transizione, in cui il piacere mercenario ha un costo umano elevatissimo. In un folle e precario equilibrio il protagonista non si arrende alle regole sociali, avanza come un funambolo tra la solitudine e il disprezzo, ridiscute se stesso e le proprie scelte. Osserva con tenera malinconia tutte le vite sfiorate, esistenze morbide come il velluto ferocemente sgualcite. Su lerci marciapiedi individuerà drammi commoventi ed esilaranti commedie, comunque, lampi abbacinanti sulla coscienza.
Un’asciutta disamina di una realtà lussuriosa ma anche drammaticamente misera.
Impastando sesso e denaro lentamente emergono i ritratti antichi delle vere protagoniste di questo libro: le donne. Donne figlie, sorelle, madri.
Il protagonista è la figura famelica che conserva e moltiplica un desiderio incessante. Una recondita e disperata sete di vita e di calore umano, forse di amore. Sesso e bisogno di affetto sono un tracciato inestricabile di strade dal quale sembra non sia possibile uscire, l’unico approdo sicuro pare anche quello più fragile e vacillante, la donna nella sua declinazione più dolente: la puttana.
La narrazione incalzante di realismo sporco è solo il pretesto per rivivere i precoci sogni trasformati in incubi indelebili. Frammentando centinaia di volti in un dedalo di ricordi l’autore cerca di trovare una risposta alla sua maledetta dipendenza, anche attraverso cenni storici, analisi sociologiche e cronaca nera.

Giacomo Sgambato, milanese d’adozione, l’autore nasce nel 1969 nello stesso paese che ha dato i natali a Giordano Bruno, Nola. Dopo gli studi di psico-pedagogia si dedica ad attività afferenti al mondo dello spettacolo, prima come truccatore cinetelevisivo poi come cameraman presso l’emittente TV7 Lombardia. Qui inizierà a scrivere sceneggiature per pubblicità, televendite e video promozionali per alcuni comici di Zelig.
Attualmente è un libero professionista che si dedica all’attività di social media manager.
Considera maestri inarrivabili per chiunque gli autori che lo hanno formato: Kafka, Dostoevskij, Bulgakov, Dumas padre, Bukowski, Dickens, Shakespeare.

Sergio Colombari “Momenti di tenerezza”, presentazione

Ventura Edizioni

Sergio Colombari per oltre 50 anni ha lavorato nel mondo giornalistico, scattando fotografie a personaggi famosi del mondo dello spettacolo, sport e politica, italiani e stranieri, ha selezionato oltre duecento foto che li ritraggono in momenti di tenerezza.

dalla Prefazione di Oliviero Toscani:

Per me la fotografia ha la “f” maiuscola. Non la considero la parente povera della pittura. E non m’interessa un’escalation verso il cinema.
Neanche la televisione riuscirà a scalzarla. La fotografia resta, e resterà per molto tempo, il nucleo di partenza dell’immagine moderna. […] la fotografia invece è il mezzo principe: dalla foto della prima comunione alla foto-tessera è un universo di comunicazione che parte sempre dalla realtà anche quando la modifica, la violenta, la cancella. L’immagine è più reale della realtà perchè è un universo nello stesso tempo chiuso e aperto a mille interpretazioni. La realtà è invece frammentata e non si può coglierne che un solo aspetto. L’obiettivo si apre e si chiude lasciando passare una frazione di luce che ci restituisce un’immagine. Anche la più idiota finisce per essere un documento storico. E il trascorrere del tempo riesce a far diventare ogni foto avvincente. Le vecchie foto ci commuovono, ci sembrano tutte interessanti.[…]
Sergio Colombari ha fotografato per anni gli eventi giornalistici, il mondo del cinema, il gossip, i personaggi che sono stati gli attori del suo e del loro tempo. Tutte le immagini sono la memoria di un momento di vita, diventeranno documenti storici, come un grande album di famiglia.
Bravo Colombari, senza grandi messe in scena sei riuscito a documentare momenti intimi e felici. Non tutti noi fotografi siamo capaci di ciò.

Oliviero Toscani

da una dedica di Rino Barillari “Il re dei paparazzi”

[…]È capitato diverse volte di lavorare gomito a gomito con Sergio ed è stato per me sempre un piacere; è stato sempre un collega rispettoso della competizione e con il quale ho fatto alcuni importanti servizi. Mi piace ricordarlo ragazzino, con la vespetta con cui raggiungeva via dei Condotti, cercava di inserirsi tra i colleghi, era un po’ la mascotte dei paparazzi navigati, lo chiamavamo “Sergetto”.
Da allora ne ha fatta di strada, è un fotografo che si è cimentato in molti settori della fotografia e ha sempre dato il meglio di sé, spesso con buoni risultati.
Nel 2004, la mostra romana “A flash o art”, a Palazzo Venezia, ha ricordato in foto i momenti della “Dolce vita” nella Capitale, tra il 1953 e il 1973, scatti che spesso ho vissuto in prima persona e in questo arco temporale, nonostante nel 1973 Sergio avesse soltanto diciassette anni, riuscí a conquistarsi un suo spazio.

Brevi note biografiche

Sergio Colombari, fotografo e giornalista romano, entra nel mondo della fotografia nel 1969, poco più che tredicenne. Spaziando per oltre 50 anni tra giornalismo, cinema e pubblicità ha raccolto immagini pubblicate su riviste di tutto il mondo, copertine di dischi, locandine di film e pubblicità. Per la sua giovane età, Liz Taylor lo chiamava Babyface, per i colleghi era Sergetto.