Stefano Ferri “Due vite. Una ricompensa”, Mursia

Un romanzo storico che celebra la resilienza, l’amore e il destino. E racconta la vera storia del risotto alla milanese. 


Mursia
In libreria dal 26 settembre

«Era la voce del cardinale che proclamava: “Un giorno tutto il mondo farà così”.»

Anno Mille. In uno sperduto feudo del Regno di Lombardia la routine del contadino Guglielmo viene funestata dall’improvvisa – e gravissima – malattia della giovane moglie Rosa. Deciso a non rassegnarsi all’idea di perderla, mentre sacrifica tutto il raccolto a un viaggio della speranza allo “Spedale” di Milano, si inventa un modo per non togliere il cibo di bocca ai suoi bambini: una pietanza sconosciuta chiamata riso, insaporita col contenuto dell’osso grande del bue.

Milano, 1573. Nel cantiere del Duomo il giovane pittore Filippo, dipendente di Valerio Perfundavalle di Lovanio, s’innamora della figlia di questi, Alessandra, che è promessa al nobile Galeazzo Soligo e ne rifiuta le avances. Filippo cerca di superare la delusione buttandosi sul lavoro e si specializza in una tecnica di colorazione da lui stesso inventata a base di zafferano, spezia che il cardinale arcivescovo Carlo Borromeo gli fa arrivare addirittura dalla Persia. Intanto Alessandra si sposa, e Filippo, invitato al matrimonio, decide di vendicarsi dell’antico rifiuto con uno scherzo che il cuoco di corte, l’amico Pierandrea, finge di accettare come tale avendone però capito la portata rivoluzionaria: “macchia” di zafferano il tradizionale risotto con il midollo di bue, servito come pietanza principale al pranzo di nozze. Ne esce un piatto favoloso, che conquista immediatamente la platea, la città e l’intero Ducato, arrivando persino a superarne i confini! Il riso, simbolo di abbondanza, non solo rappresenta la cultura milanese, ma diventa anche un atto di festa e di speranza dopo un periodo di grande sofferenza. 

Due vite una ricompensa è un romanzo storico. È una storia emozionante. Una narrazione che si intreccia tra realtà storica e finzione, la trama racconta le asperità e le disuguaglianze della vita. L’amore e il caos o destino che poi alla fine in qualche modo sistema tutto. L’Autore presenta ai lettori una vicenda – originale, tragica, multiforme e meravigliosa – che da una tragedia individuale ha condotto all’usanza capace di unire nello spazio e nel tempo gli esseri umani: lanciare sugli sposi il riso crudo. È un rito derivato proprio dall’amore dei milanesi per il loro risotto, divenuto simbolo di gusto e abbondanza in spirito liberatorio dopo l’incubo della Peste del 1576. La scelta di basare parte della trama su eventi storici come la Peste, e l’introduzione di un rito tradizionale come il lancio del riso sugli sposi, conferisce al romanzo una dimensione culturale significativa, legando il destino dei protagonisti alle usanze che hanno plasmato una comunità.

Stefano Ferri dichiara: «“Due vite una ricompensa” intende mostrare una delle più profonde e amare regolarità dell’esistenza umana: che se da un lato non è vero in assoluto che chi la dura la vince, dall’altro è sempre vero che un sacrificio onesto e amorevole lascia un segno, per quanto eventualmente diverso dall’intento originario, come un seme che porta frutto ai posteri e non a chi lo ha piantato».

Stefano Ferri (Milano 1966) vive a Milano. Nel 2004 ha ricevuto il Premio Hilton per il giornalismo in turismo d’affari e nel 2006 il Premio Italia for Events per la stampa di settore. Nel 2022 gli è stata assegnata la menzione al TTG Star Award e nel 2023 è stato inserito fra i cento personaggi più influenti della meeting industry mondiale. Con Mursia ha pubblicato Crossdresser. Stefano e Stefania, le due parti di me (2021).