Riccardo Renzi “Cinque saggi per l’Alighieri. La modernità di Dante a 700 anni dalla morte”, presentazione

Primiceri Editore

[…]la presente fatica letteraria di Riccardo Renzi ci offre la ghiotta ed irrinunciabile opportunità di fare luce su diversi aspetti della cultura e della personalità di Dante, che ha percorso i secoli, spaziando dall’antica cultura romana, a cui egli attinse, fino alla profonda influenza che egli ebbe su Pasolini( dalla Premessa “La vitalità di Dante”di Mirko Rizzotto)

Cinque saggi che, come chiarisce l’Autore nell’Introduzione, sono indipendenti e possono essere letti senza vincoli gli uni dagli altri. In merito al contenuto sempre nell’Introduzione, precisa che sono il risultato di singoli studi o di lezioni tenute presso la Scuola Superiore Cfp Artigianelli di Fermo, e aggiunge “Ogni saggio si presenta nella sua totale indipendenza dagli altri, esaltando l’autonomia tematica della singola composizione […] dal Dante poeta al teologo, dal Dante politico allo storico, dal Dante filosofo al linguista, sino all’esperienza dell’esilio come fonte ispiratrice di quest’ultima. All’interno dei cinque saggi, tre li potremmo definire “convenzionali”, mentre due sono quasi “azzardati” e mi riferisco ai due dedicati al parallelismo tra Dante e Kant e tra Dante e Pasolini. Nel libro si trovano rispettivamente all’inizio e alla fine dell’opera, e servono proprio a sottolineare la grande modernità nelle istanze teologiche e sociologiche di Dante. Il Sommo Poeta oggi, più che allora, è moderno e rivoluzionario, pur essendo passati più di 700 anni dalla sua morte”.

INDICE

Introduzione

La vitalità di Dante (di Mirko Rizzotto)

Per una comune legge morale di Dante e Kant

Dante e gli storici latini: tra storiografia e leggenda

Dante in esilio: la nascita del mito

Appunti delle lezioni su Dante tenute presso

il Cfp Artigianelli di Fermo

Pasolini, Dante, il dialetto friulano e la neolingua

APPENDICE

La presenza di Dante presso l’Archivio di Stato di Fermo

La modernità di Dante (di Salvatore Primiceri)

Bibliografia

Riccardo Renzi “Studi e riflessioni sull’evoluzione del ceto nobiliare tra la fine del medioevo e la prima età moderna”, presentazione

La scelta di Don Chisciotte come immagine di copertina è legata proprio al personaggio che, meglio di ogni altro, rappresenta la crisi identitaria vissuta dalla nobiltà europea tra la fine del medioevo e i primi due secoli dell’età moderna.

La seguente trattazione intende analizzare i costumi, il modo di pensare e il modo di fare della classe nobiliare durante il periodo che va dai primi anni del Cinquecento agli ultimi del Seicento. Dunque, l’evoluzione della presente classe nel suo modo di pensare, di fare e nella relazione con le altre classi. La nobiltà europea subisce una miriade di sconvolgimenti, in questi duecento anni, dovuti all’accentramento del potere statale. Ci si focalizzerà sulla grande abilità di questa classe nel sapersi riadattare ai cambiamenti e agli sconvolgimenti sociali e statali dettati dai tempi.(da Primiceri Editore)

Dall‘Introduzione di Mirko Rizzotto

“Il presente studio di Riccardo Renzi cerca – e vi riesce in modo accattivante e magistrale – di fare luce sul periodo intercorso tra il ‘400 e la fine del ‘600, e sulle vicissitudini della classe nobiliare europea, dei suoi rapporti di forza (o di debolezza) nei confronti delle autorità statali e monarchiche”

Dalla Prefazione

“Partendo dagli ultimi decenni del medioevo, si cerca di illustrare come e quanto sia cambiato il potere effettivo esercitato dai nobili. Nel giro di duecento anni i nobili si vedono sottrarre la maggior parte dei loro poteri e privilegi. Si passa da una situazione di metà Quattrocento di caos totale, dove i nobili più ricchi erano in grado di armare eserciti paragonabili a quelli del re, ad una di fine Cinquecento, in cui lo stato stava accentrando sempre più i suoi poteri con una pesante mobilitazione di magistrati e di ispettori di giustizia, inviati dal potere centrale nei singoli casi locali. In meno di centocinquanta anni i potenti nobili feudali si trovano a dover far i conti con una drastica riduzione dei loro poteri. È proprio nella prima metà del Cinquecento che i sovrani europei, per ridimensionare il potere della grande nobiltà, cercano di avvicinarla all’ambiente di corte, allontanandola automaticamente dai propri domini. Primi tra tutti i principi rinascimentali italiani.

[…]

Dunque fu proprio in questo momento che la nobiltà si trovò ad affrontare un’ardua scelta, rimanere nei propri possedimenti sapendo di non avere più gli stessi poteri di un tempo, o andare a cercare fortuna a corte, cercando di ingraziarsi il volere del sovrano. L’ambiente di corte presenta due facce, da una parte offre divertimenti e attrattive culturali ai nobili che vi risiedono, dall’altra ogni momento della giornata è scandito da rigidi rituali, che servono a far risaltare la figura del monarca. La corte è ostile, piena di intrighi, cela sempre i reali sentimenti delle persone e qui vige solo il gioco delle marionette e degli specchi. Dunque da una parte offre grandi possibilità di carriera, ma dall’altra può rovinare un individuo con immensa facilità”.

Brevi note biografiche

Riccardo Renzi è nato a Fermo il 2 febbraio 1994. Ha conseguito la laurea triennale in Lettere classiche presso l’Università degli studi di Urbino e la magistrale in Ricerca storica presso l’Università di Macerata. Ha all’attivo numerose pubblicazioni. Per Primiceri Editore ha già pubblicato “Tito Livio, la fortuna del più grande storico romano“, Padova 2021, “Appiano Alessandrino: dall’età classica all’età contemporanea“, Padova 2021 e “Svetonio. Dall’età classica all’età moderna“, Padova 2022.(da Primiceri Editore)

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