Paolo Bertinetti “Agenti segreti. I maestri della spy story inglese”, presentazione di Salvina Pizzuoli

Questa storia di Paolo Bertinetti (che ripubblichiamo da un’edizione del 2015) concentrata sul romanzo inglese, si può estendere tranquillamente a una storia generale, dal momento che almeno gran parte dei più noti romanzi di spionaggio è anglosassone.  Il metodo seguito è analitico, descrivendo tipi caratteri e atmosfere, gli ingredienti comuni connotanti il genere; ma è anche storico, in quanto i titoli e gli scrittori e la loro evoluzione nel tempo sono passati in rassegna. E, grazie alla grande quantità di autori e opere ordinatamente esaminati, una guida per chi vuole orientarsi criticamente dentro i romanzi di spionaggio.(dal Catalogo Sellerio)

Una storia che si apre da subito nel capitolo “Il Grande Gioco” con interessanti notazioni e curiosità: ad esempio il primo romanzo di spionaggio scritto in inglese, ma non da un autore inglese, fu dell’americano, James Fenimore Cooper; pubblicato nel 1821 con l’esplicito titolo “The Spy”, occorrerà attendere gli ultimissimi anni dell’Ottocento e del primo Novecento per quelli inglesi. E Bertinetti ne fornisce anche la probabile motivazione “Forse perché era difficile, in un ordine di idee moralistico (atteggiamento trionfante in età vittoriana), immaginare come protagonista positivo di una qualche narrazione nientemeno che una spia – cioè un uomo che si nasconde, che finge, che mente”.

Anche le caratteristiche che li accompagnavano come protagonisti erano quelle di gentiluomini “che svolgevano un lavoro in sé poco nobile (e rischioso) per difendere la patria dalla minaccia straniera, dalle cospirazioni che provavano a indebolirla, o addirittura a distruggerla”, tanto da meritare l’etichetta di “agenti segreti” e non certo di “spie”, figure queste ultime che esistevano, ma appartenevano alle potenze nemiche…

Segue quindi una rassegna storica ampia e accurata di autori, da Buchan con il personaggio di Richard Hannay e McNeile con il protagonista Drummond capitano dell’esercito, fino all’ultimo capitolo dedicato a John le Carré: scrittori e ed opere, tutti, dai meno ai più conosciuti, ampiamente trattati.

Paolo Bertinetti (Torino, 1944) è anglista, critico letterario, traduttore, professore emerito all’Università di Torino. È autore, tra gli altri, di Il teatro inglese del Novecento (1992, 2003), Storia del teatro inglese dalla Restaurazione all’Ottocento (1997, 2006). Ha curato l’edizione del teatro completo di Samuel Beckett (1995) e quella dei romanzi di Graham Greene (2000). Per Einaudi ha tradotto opere di Shakespeare e di Tennessee Williams.