
Prefazione di Raffaele Manica
Cùntura del poeta dialettale Nino De Vita conosce una nuova edizione con Le Lettere e con l’aggiunta di sei nuovi testi che ne arricchiscono la prima per Mésogea, valsa a Nino De Vita il premio Napoli.
Nell’intervista di Salvatore Picone (La Repubblica Palermo 31 ottobre 2023) si legge la particolarità di quest’opera:
“Ogni sera Nino De Vita raccontava alla figlia, prima di andare a letto, storie della campagna marsalese dove è nato nel 1950 e dove ha sempre vissuto, Cutusìu […] da qui ha liberato, con la poesia narrativa, i suoni delle parole antiche ricreando un mondo che non esiste più. Davanti ai suoi occhi il mare di Mozia e le gobbe delle isole Egadi: «Sono cresciuto in campagna – racconta – a casa si parlava il dialetto puro.[…] «Scrivevo molto e raccontavo solo in dialetto. Tanti anni a rammentare il vocabolario della mia infanzia. Ho narrato così i miei primi tredici anni di vita adoperando quelle parole consumate o del tutto sconosciute. Il libro, però, arriverà solo nel 1994». […]Io conservo la Sicilia perché coltivo il mio dialetto annaffiandolo ogni giorno con l’acqua della memoria. Come ho fatto con i racconti raccolti in “Cùntura”, ripubblicato in questi giorni, dopo vent’anni, dalla casa editrice Le Lettere”.
Gli stralci dall’intervista tracciano la storia e le caratteristiche della poesia dialettale di De Vita che affonda la sua motivazione nel profondo interesse coltivato da sempre dall’autore per la tradizione orale siciliana: non un dialetto qualsiasi della Sicilia, ma proprio quello di Cutusio, una lingua che andava a morire ma che per De Vita racchiudeva un mondo da ritrovare nella memoria
Un nuovo stralcio, dalla sinossi presente nella pagina della Casa Editrice fiorentina chiarisce ancora meglio il ruolo svolto dal poeta siciliano nel panorama della letteratura contemporanea e del Novecento:
“Nino De Vita ha cominciato a lavorare ai suoi racconti in dialetto nel lontano 1989 e non ha mai smesso, da allora, di arricchirli e affinarli. I Cùntura sono, per questo, una parte speciale e unica della sua produzione, e l’unico libro dove il racconto scaturisce direttamente dall’oralità. Un ritorno sorprendente alla poesia, maturata nell’arco di più di trent’anni, da parte di una voce tanto appartata quanto essenziale del nostro panorama letterario, che nel corso del tempo ha ottenuto l’attenzione e il riconoscimento di alcuni dei maggiori intellettuali del Novecento come Gesualdo Bufalino, Vincenzo Consolo, Leonardo Sciascia ed Enzo Siciliano” (da Le Lettere)
E di seguito le brevi note biografiche tratte sempre da Le Lettere
Nino De Vita (Marsala, 1950) esordisce, nel 1984, con la raccolta di versi Fosse Chiti, Premio Cittadella, cui fa seguito una trilogia in dialetto siciliano: Cutusìu (Mesogea 2001), Premio Mondello, Cùntura (Mesogea 2003), Premio Napoli, Nnòmura (Mesogea 2005), Premi Salvo Basso e Bartolo Cattafi. Nel 2011, sempre con Mesogea, esce Òmini, Premio Viareggio della Giuria; nel 2015 il romanzetto in versi A ccanciu ri Maria, nel 2017 Sulità e nel 2019 Tiatru. Nel 1996, per l’opera poetica, gli è stato assegnato il Premio Alberto Moravia; nel 2009 il Premio Tarquinia-Cardarelli e nel 2012 il Premio Ignazio. Nel 2020 per Le Lettere è uscita l’antologia Il bianco della luna.
Qui il link ad un filmato su Youtube con alcune poesie lette ed autotradotte dall’autore