Leonardo Patrignani “La cattedrale di sabbia”, presentazione

Mondadori Editore

Puoi fidarti dei tuoi ricordi?

Un thriller che sa di futuro prossimo, inquietante: MILANO 2045. La Engam, azienda leader nella sperimentazione delle interfacce neurali, ha creato un software, Mnesia, che può salvare i ricordi e farli condividere.

Il protagonista, Stefano Valeri, vi lavora come neuroscienziato coadiuvato dalla moglie Arianna, neuropsicologa,fino a quando un attemntato terroristico, durante il quale la donna trova la morte, vedranno Stefano spegnersi e rifugiarsi nella solitudine. Ma sarà dopo ben quattro anni dall’avvenimento che, scoprendo delle discrepanze nel suo ricordo relativo all’attentato, sarà costretto a risistemarli con l’ausilio delle nuove generazioni: la figlia e un giovane hacker. Scoprirà così l’esistenza di bug neuronali che, come cortociucuiti,  determinano in alcune persone memorie di avvenimenti che non hanno al contrario compiuto.

Patrignani, autore di racconti fantastici per ragazzi, si produce nel suo primo e corposo trhiller che prospetta una possibile realtà futura in cui si materializzano le nere prospettive che oggi la nostra sta affrontando in termini etici sui possibili usi della IA.

Leonardo Patrignani, scrittore e musicista, ha pubblicato numerosi romanzi di narrativa fantastica per ragazzi e adolescenti, tra cui la trilogia “Multiversum”, con oltre 200.000 copie vendute in 24 Paesi. Con Darkness (DeA, 2019) ha vinto il Premio Bancarellino 2020. La Cattedrale di Sabbia è il suo esordio nel thriller. (da Mondadori Editore)

Simonetta Agnello Hornby “Era un bravo ragazzo”, presentazione

Santino diventa un principe del calcestruzzo, che accetta commesse sempre più ricche e sempre più manovrate. Giovanni, avvocato, raccomandato da personaggi ambigui e potenti, mette la sua abilità di uomo di legge al servizio di chi la legge la usa per nascondere il vantaggio di pochi contro il bisogno di molti. Fanno entrambi ottimi matrimoni e trionfano nei cupi anni Ottanta, gli anni terribili delle guerre di mafia.(da Mondadori Libri)

Due i protagonisti del nuovo romanzo della Agnello Hornby, Giovanni e Santino, nella Sicilia occidentale, culla della mafia, fra Sciacca e Pertuso Piccione negli anni tra il  ’50  e il ’90 e nella storia italiana di quel periodo.

Il lettore li conosce bambini con sogni, desideri, ambizioni e voglia di riscatto. Dopo gli studi Santino lavorerà nell’edilizia, Giovanni come avvocato, entrambi sono cresciuti e sono stati orientati dalla guida e dalle mire di madri ambiziose.

Finiti nel meccanismo nuovo con cui Cosa nostra si muoveva a quel tempo, quasi senza rendersene conto da “bravi ragazzi” come desideravano si trovano ad esserlo all’imperfetto, nel passato della loro vita, nelle aspirazioni tradite: erano. Il titolo sintetizza, quasi un monito perché, precisa l’Autrice nell’intervista di Elena Masuelli, (Tuttolibri del 14 ottobre ) “Come spesso accade, l’arruolamento non avviene in maniera diretta: Cosa Nostra ha sempre agito con paradossale cautela e ha creato dipendenza attraverso il lavoro, o meglio ancora pescando nelle ambizioni, nel desiderio di emergere e di fare fortuna dei più giovani” .

Le madri dei bravi ragazzi avranno un ruolo importante nella vicenda proprio perché “le donne hanno una potenza enorme in Sicilia”, come esplicita l’Autrice nell’intervista citata, soprattutto le madri dei figli maschi. Sullo sfondo della vicenda protagonisti e antagonisti, veri e di fantasia, chi si batte ancora e crede possibile restare bravi ragazzi: Anna, l’idealista compagna di Università di Giovanni, e il nonno e il parroco di paese, padre Cangemi.

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La cuntintizza con Costanza Gravina

Punto pieno

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La cucina del buon gusto con Maria Rosario Luzzati

Fruttero e Lucentini “Enigma in luogo di mare”, presentazione di Salvina Pizzuoli

Un giallo del 1991, datato, prezioso perché come tutte le cose preziose è esemplare e unico. Per oggi forse troppo lento, ma con tanti aspetti positivi che controbilanciano: orchestrato e studiato  anche nei particolari, impeccabile e creativo nell’uso della lingua.

Una carrellata, spesso ironica e sferzante, di tipi umani, tutti protagonisti, raffigurati all’ “interno” di un luogo particolare, quella pineta nel testo denominata della Gualdana, nei pressi di Castiglione della Pescaia, con i suoi 18300 pini piantati nel lontano Settecento per volontà delle studioso Ximenes a protezione del litorale dal vento e dalla salsedine: a Roccamare , alla vigilia di Natale.

Pennellati nella loro quotidianità di vizi e di virtù. Si apre con una situazione che potrebbe diventare essa stessa “gialla” ma che al contrario si risolve per dilatarsi nel tempo e nei luoghi all’interno e nei dintorni, lentamente, ma in modo gustoso, dove il periodare e la lingua, precisa, di piacevole scorrevolezza, immaginifica ed evocativa sa catturare l’attenzione del lettore che ad un certo punto si muove come uno di loro, tra amici e conoscenti, simpatici e antipatici.

Una riscoperta, grazie al volume di Alberto Riva “Ultima estate a Roccamare” un saggio che mi ha trasportato nel tempo alla ricerca di quelle lontane letture e convinto a ripresentarle e tra queste anche Palomar di Calvino di prossima pubblicazione

La copertina della prima edizione

Maria Pia Ammirati “Vita ordinaria di una donna di strada” presentazione

Maria Pia Ammirati in questo suo ultimo romanzo propone una storia difficile proprio perché indaga un mondo sconosciuto, scomodo da raccontare perché spesso considerato ai margini, che non ci riguarda: è il mondo del sesso a pagamento, ignorando che quel sesso a pagamento coinvolge giovani donne vittime di soprusi e sfruttamento e che spesso sono finite nelle sue trame e non riescono a liberarsene.

È la storia di Nadia, giovane donna nata nelle campagne povere a nord di Bucarest. Il suo un cammino quasi segnato: una famiglia povera, genitori violenti. Le carezze e le tenerezze le vengono solo da una zia che in effetti abusa di lei. La scoperta da parte degli altri familiari comporterà per la zia la cacciata e per Nadia l’essere venduta ad un uomo che potrebbe farne la moglie ma che presto la cederà invece ad un protettore. E Nadia cerca nella fuga la soluzione, ma non c’è alternativa.

Un romanzo coraggioso che sa dimostrare come la vita di strada possa diventare una vita ordinaria,

“Con Vita ordinaria di una donna di strada Maria Pia Ammirati ha compiuto un viaggio freddo e viscerale nel cuore oscuro dell’Europa della prostituzione. Pochi romanzi avevano sinora mostrato con tale intensità narrativa e rabdomantica intuizione sociologica cosa conduca una giovane donna a diventare prostituta e a sedersi sui gradini più umilianti della società”.(da Libri Mondadori Editore)

e anche

Brevi note biografiche

Maria Pia Ammirati, dopo gli esordi con due saggi di critica letteraria, ha pubblicato i romanzi I cani portano via le donne sole (Empiria, 2001, entrato nella dozzina del premio Strega), Un caldo pomeriggio d’estate (Edizioni Cadmo, 2005), Se tu fossi qui (Cairo, 2011, premio Selezione Campiello, premio Selezione Rapallo e premio Procida), Le voci intorno (Cairo, 2012), La danza del mondo (Mondadori, 2013) e Due mogli. 2 agosto 1980 (Mondadori, 2017).
Nata in provincia di Napoli, vive da tempo a Roma e lavora in Rai.