Matthew Blake “Anna O”, presentazione

Con un esordio sorprendente, che è diventato un caso editoriale globale in corso di traduzione in oltre trenta paesi, Matthew Blake firma un thriller psicologico avvincente e inquietante, in cui il confine tra preda e predatore, tra vittima e carnefice, tra innocente e colpevole è sempre effimero e volubile.(da La nave di Teseo)

Anna Ogilvy, venticinquenne, scrittrice londinese, fondatrice della rivista “Elementary”, viene trovata addormentata nel suo cottage in una fattoria nell’Oxfordshire, con accanto un coltello da cucina di venti centimetri. Nel cottage vicino i corpi dei suoi migliori amici. E lei dorme e non si risveglia.

Un esordio travolgente quello di Matthew Blake già tradotto e venduto in trenta paesi, che ha visto la Warner Bros acquistare i diritti e  anche  i complimenti da Jeffery Deaver, Lee Child e David Baldacci.

Già la premessa colpisce il lettore: i fatti li espone uno dei protagonisti del libro, il dottor Benedict Prince, psicologo forense, esperto del sonno con il compito di svegliare la protagonista, affetta da una sindrome definita “della rassegnazione”, e sapere finalmente se si tratta di un’assassina e ricevere il naturale processo. Quello di Anna O, nome attribuito al caso e nato da quello da lei usato  sui social, comincia ad essere tale quattro anni dopo quando a Ben Prince, che ha studiato una lunga casistica di persone che hanno commesso crimini durante il sonno, viene dato l’incarico dal ministro della Giustizia di risvegliare Anna.

La maggior parte dei capitoli vedono Ben Prince come voce narrante che non solo cerca di svegliare “la bella addormentata”, così come è stata definita sui quotidiani, ma cerca anche risposte avviando un’indagine parallela. I capitoli sono poi inframmezzati da pagine del diario della protagonista e non mancano colpi di scena, false piste, nuove direzioni, interruzioni di scene proprio nel momento culminante.

In una recente intervista (di Marco Bruna su la lettura del 14 aprile) l’autore relativamente alla scelta del sonno e del sonnanbulismo, come elementi chiave nel suo thriller, ha dichiarato

Il sonnambulismo e la sindrome della rassegnazione, che porta a uno stato di riduzione della coscienza, sono due misteri. Ancora oggi, nessuno sa veramente che cosa li provochi. Un sonnambulo ha gli occhi aperti ma il cervello addormentato. È affascinante. Perché accade? E se fai qualcosa mentre sei sonnambulo, sei colpevole o no? Per trattare la sindrome della rassegnazione, secondo le teorie attuali, bisogna provare a riportare speranza nella vita di qualcuno. È un’idea meravigliosa, soprattutto per un romanziere: per curare qualcuno devi indagarlo come individuo, come faresti con un personaggio di finzione.

Matthew Blake ha studiato Lettere alla Durham University e al Merton College di Oxford. Ricercatore e speechwriter a Westminster, dopo aver scoperto che in media una persona passa dormendo trentatré anni della propria vita, inizia una ricerca approfondita sui crimini legati al sonno e sulla misteriosa malattia conosciuta come “sindrome della rassegnazione”, che lo porta a indagare su delitti compiuti in casi di sonnambulismo. Anna O nasce da questo interesse ed è il suo romanzo d’esordio. (da La nave di Teseo)