Julian Barnes “Diciassette diverse possibilità di fallire”, presentazione

Traduzioni di Susanna Basso e Daniela Fargione

Con la consueta vis comica mescolata a un sottile senso del tragico, Julian Barnes lavora materiali vari e molteplici, avvalendosi di una raffinata sapienza letteraria. Diciassette diversi modi di incantare il lettore (dal Catalogo  Einaudi).

La raccolta si compone di diciassette racconti dall’autore stesso  selezionati attingendo a quanto in un quindicennio ha prodotto in quella particolare forma narrativa che è il racconto: Cross Channel (1996; Oltremanica in italiano), The Lemon Table (2004) e Pulse (2011) le ultime due inedite in Italia. Tra le varie tematiche la storia familiare è quella che torna a più riprese come quella della coppia infelice raccontata in La storia di Mats Israelson che nell’Introduzione viene indicato dall’autore come il suo racconto più riuscito.

Nelle diciassette storie contenute nel volume, scorci su scenari disparati: la buffa reazione di un melomane ai rumori prodotti dagli altri spettatori; un nobile inglese sogna di esportare il gioco del cricket in Francia e con esso un po’ della cultura e dell’estetica britannica; le meditazioni di grandi del passato, come Tolstoj e un Turgenev anziano e innamorato; la guerra e la presidenza Obama, il Tour de France e la manipolazione operata nell’ex Ddr.
Su La Lettura del 12 ottobre il racconto  pubblicato sul dolore per la perdita di un coniuge, con la premessa che titola: “le 17 storie di un elegante maestro della scrittura”

Nell’Introduzione l’autore presenta il contenuto delle tre raccolte da cui sono tratti i racconti presenti nel volume e alcune considerazioni

Cross Channel si concentra sulla relazione tra Francia e Gran Bretagna nel corso dei secoli: soldati, costruttori di linee ferroviarie, artisti in esilio, campioni del Tour de France, e cosí via. The Lemon Table, sul passare degli anni, sull’età e, in conclusione, su quella che Philip Larkin chiamava «la sola fine e il solo fine della vecchiaia».[…] La mia ultima raccolta, Pulse, procede su una doppia tematica. La prima metà potrebbe intitolarsi Voci: raccoglie alcuni personaggi che si incontrano Da Phil & Joanna e si compone quasi esclusivamente di dialoghi. La seconda metà presenta diverse storie dedicate ai cinque sensi e alla loro perdita: un pianista cieco, un pittore sordo, un caso di anosmia, eccetera. Le tematiche di tutti e tre i libri erano pressoché programmate in anticipo, sebbene questo non abbia scongiurato momenti di allarme (e se non fossi riuscito a trovare l’idea per un racconto sul tatto?) E qui emerge un’altra differenza tra racconto e narrativa di ampio respiro. Ogni romanzo contiene al suo interno un paio di modi di fallire, talvolta identificabili sin dal principio, una raccolta di dodici racconti, invece, contiene altrettante diverse possibilità di fallire. Dodici ansiosi incipit in marcia verso dodici apprensivi epiloghi. Dunque non dovrebbe sorprendere che mi ci sia voluto sempre piú tempo per mettere insieme una raccolta di storie che non un romanzo. E forse sorprende anche meno il fatto che non sia piú stato in grado di completare un solo racconto negli ultimi tredici anni”

Julian Barnes è nato a Leicester. Vincitore del Somerset Maugham Award, il Prix Médicis, lo Shakespeare Prize, l’Ordre des Arts et des Lettres, il David Cohen Prize for Literature e il Premio Malaparte, con Il senso di una fine ha vinto il Man Booker Prize 2011. Fra le sue opere, tutte in corso di pubblicazione per Einaudi, sono a catalogo: Una storia del mondo in 10 capitoli e 1/2OltremanicaAmore, ecc.England, England, Amore, dieci anni dopo, Arthur e George, Il senso di una fine, Evermore, Livelli di vita, Il pappagallo di FlaubertMetrolandIl rumore del tempoIl porcospinoPrima di meL’unica storiaGuardando il soleCon un occhio apertoIl pedante in cucinaL’uomo con la vestaglia rossaNiente pauraElizabeth Finch e Diciassette diverse possibilità di fallire.(da Autori Einaudi)