Jean Stafford “Il puma”, presentazione

Qualcosa di morboso e strisciante, che è del paesaggio, delle presenze che lo anima­no, degli interni di case occasionalmente trasformate in camere ardenti, accoglie il lettore di questo paradossale romanzo di formazione, in cui all’impossibilità di ab­bandonare l’infanzia si accompagna quel­la di rimanere bambini.(da Adelphi Libro)

Pubblicato nel 1947, (The Mountain Lion) viene per la prima volta tradotto in italiano da Monica Pareschi per Adelphi.

I protagonisti sono due fratelli, Ralph e Molly, che all’inizio del romanzo hanno rispettivamente dieci e otto anni. Vivono con la madre e due sorelle maggiori in un sobborgo di Los Angeles, il padre è morto da molto.

Il loro tempo trascorre nella casa nei sobborghi di Los Angeles e ogni estate in un ranch in Colorado appartenente al fratellastro della madre. Qui vengono in contatto con un mondo diverso, selvaggio e brutale e in contrasto con quello del suburbio: se in un primo momento l’ambiente affascinerà entrambi, successivamente Ralph aderirà a quanto lo zio e la cerchia che frequenta, coinvolgendolo nelle loro vite, lo porteranno ad accogliere il passaggio verso una giovinezza adulta. La comparsa di un puma femmina sancirà poi definitivamente l’allontanamento dei due protagonisti e l’epilogo della storia che, come romanzo di formazione, descrive il raggiungimento della maggiore età dei due fratelli. una crescita che passa attraverso un allontanamento e tra i due e la stessa infanzia, con un finale inatteso. L’autrice si è ispirata a fatti reali della propria vita.

Brevi note biografiche

Jean Stafford, autrice statunitense (1915 – 1979)dopo gli studi all’Università di Heidelberg (1936-1937). tornata negli Stati Uniti si stabilisce a Boston, dove scrisse Boston Adventure (1944), diventato un best seller e lanciato la Stafford come autrice. Il suo secondo romanzo, e The Mountain Lion (1947): Scrittrice di racconti, pubblicati su riviste, ha vinto il Premio Pulitzer nel 1970.