Francesca Sgorbati Bosi” “Non mi attirano i piaceri innocenti. Costumi scandalosi nella Parigi del Settecento” da Il Tirreno Culture

 

Nella scandalosa Parigi con Sgorbati Bosi

di Flavia Piccinni

Libertà dei costumi, delle ambizioni e delle speranze. Consumismo sessuale. Dipendenza dal gioco. Intraprendenza negli inetti, e nessun desiderio di faticare. Cortigiane, preti, re, lesbiche, commissari e mantenute. È questa la scandalosa Parigi di cui scrive nello spassoso e sorprendente “Non mi attirano i piaceri innocenti” (Sellerio, pp. 330) Francesca Sgorbati Bosi, che spesso si è occupata di temi affini.«Nei salotti – nota l’autrice – si faceva sfoggio di eleganza, umorismo e belle maniere, e i francesi erano certi di essere la nazione in cui la socialità era assurta a un livello di perfezione irraggiungibile», eppure gli osservatori stranieri non perdevano occasione di notare come “fosse raro incontrare competenza, studio e applicazione, senso del dovere, dedizione al bene pubblico, concretezza». Qualcuno direbbe: corsi e ricorsi di una storia ciclica. Al clima di perdizione si allinearono anche la pittura, che «trascurò i soggetti sacri e mitologici, e si dedicò sempre di più all’erotismo», e la cucina: «i cuochi si adeguarono al dilagante edonismo, con abbondanza di ingredienti afrodisiaci, ricette sempre nuove e complicate». In questo mondo alla rovescia – nel quale l’autrice guida il lettore in modo molto appassionante, accompagnandolo in una narrazione densa di perdizione e di curiosità – il bon ton smette di essere un modo per stare al mondo, e viene sostituito dal libertinaggio più sfrenato, dal conto del «numero di amanti ridotti sul lastrico o di dame compromesse per le spese folli e le perdite del gioco». E, naturalmente, dal cinismo. —