Didier Van Cauwelaert “Le emozioni nascoste delle piante” recensione di Giulia Villoresi da Il Venerdì La Repubblica 15 novembre

[…]Nel 2008, per esempio, uno studio dell’Istituto nazionale per la ricerca in Amazzonia ha mostrato che le molecole volatili che esprimono la sete negli alberi tropicali, in caso di grave siccità, possono fungere anche da nuclei di condensazione del vapore acqueo in gocce di pioggia. O ancora: per favorire l’impollinazione il gigaro mangia mosche attrae le mosche della carne fingendosi un animale morto, e riuscendone a imitare alla perfezione l’odore nauseabondo. Il mais invece, per difendersi dai bruchi, emette un odore capace di attrarre gli animali che del bruco sono predatori. E ci sono persino studi che accreditano una specie di telepatia vegetale: sembra ad esempio che le piante d’appartamento emettano segnali, misurabili con sensori, quando s’avvicina loro un estraneo. Infine c’è la musica: avendo scoperto che ogni proteina emette un’onda particolare, non udibile dall’orecchio umano, il fisico Joël Sternheimer ha convertito queste frequenze in melodie e le ha fatte ascoltare alle piante. I pomodori, esposti alle frequenze di una delle proteine con cui fanno fronte alla siccità, l’hanno prodotta in misura tale da poter quasi fare a meno dell’acqua.(da Giulia Villoresi Il Venerdì La Repubblica)