
Nonostante l’oblio in cui per decenni è caduta la sua opera, oggi De Angelis è giustamente considerato il fondatore del giallo italiano moderno. I suoi romanzi sono stati riscoperti, ristampati e
studiati, non solo per il loro valore narrativo, ma anche per la loro capacità di raccontare un’Italia
inquieta, contraddittoria e profondamente umana.
Con La barchetta di cristallo, Augusto De Angelis firma una delle sue opere più intense, sofisticate e, al tempo stesso, emblematicamente cupe. Pubblicato per la prima volta nel 1931, questo romanzo va ben oltre i confini del giallo tradizionale, immergendosi in una trama fitta di simboli, atmosfere oniriche e psicologie complesse, che restituiscono non solo il mistero di un omicidio, ma l’enigma più profondo dell’esistenza umana nella società moderna.
La narrazione si apre su un palcoscenico notturno e teatrale, dove ogni dettaglio – la luce riflessa sulla neve, il ritmo cadenzato dei passi, il silenzio vischioso di una sala da gioco – contribuisce a costruire una tensione crescente. La città di Milano, con i suoi quartieri bene e i suoi angoli oscuri, non è solo sfondo, ma vera protagonista dell’indagine, specchio fedele e deformante dei personaggi che la abitano.
Il commissario De Vincenzi, figura ormai iconica nella letteratura poliziesca italiana, si muove in questo mondo con lo sguardo dell’intellettuale e la sensibilità dello psicologo. A differenza degli investigatori freddi e razionali della tradizione anglosassone, De Vincenzi è un uomo che pensa, soffre, intuisce; non si limita a raccogliere indizi, ma penetra le pieghe delle anime, ascolta il peso dei silenzi, osserva i riflessi negli specchi. Il suo metodo investigativo è fatto di deduzione, sì, ma anche di empatia, introspezione e malinconia.
A distanza di quasi un secolo, l’opera conserva una sorprendente attualità. Le domande che solleva – sul potere, sulla maschera sociale, sull’identità e sul tempo – risuonano ancora oggi con forza. E la figura di De Vincenzi, con la sua umanità malinconica e la sua ricerca di senso, rimane una delle più affascinanti e moderne della nostra narrativa.
Augusto De Angelis, con La barchetta di cristallo, non ci invita soltanto a scoprire un colpevole, ma a guardare più a fondo nella complessità dei legami, delle apparenze e delle verità che ciascuno porta con sé. È questo, forse, il mistero più grande.
I tre romanzi sono tutti corredati da ampie pagine introduttive e note a cura di Alessandro Ferrini ed evidenziano la figura dell’autore, la storia personale e della sua opera, lo stile.
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