Emilio Ortu Lieto “Controstoria del costume teatrale”, NeP Edizioni

Il volume tenta di colmare un vuoto conoscitivo e letterario di più di 2.500 anni di storia del costume teatrale. Lo fa ponendosi come “controstoria”: una scelta alquanto inedita, necessaria in quanto il costume del teatro occidentale, sin dalla sua origine, ha creato linguaggi visivi e poetici propri ed a sé stanti.

Per narrare la sua storia sono necessarie categorie specifiche, non solo storiche o letterarie ma di ordine poetico, artistico e visivo, proprie solo del “teatrale”.
La storia del costume teatrale, dunque, non può essere né capita né narrata se si trascura la sua essenza poetica, la sua invenzione specifica, volutamente diversa rispetto alla realtà quotidiana.Nella storia del teatro, infatti, il costume risulta sempre legato ad una dimensione rituale e simbolica, è spesso connesso alla psicologia di un personaggio ed è stato quasi sempre ben diversificato, volutamente, dalla pratica abituale del vestire.
Il costume teatrale diventa un “apparato visivo” di un rito, a sua volta portatore di una reinvenzione o astrazione poetica della realtà e come tale ha bisogno di un suo linguaggio.
Nel suo sviluppo nel tempo ha anche influenzato con la sua narrazione visiva le altre arti, facendosi a sua volta influenzare.
L’autore, scenografo e costumista di alta formazione, effettua una ricostruzione cronologica attenta e sapiente, che parte dal teatro greco, passando per il Medioevo e il barocco, fino ad arrivare a toccare tutte le avanguardie storiche e le neoavanguardie dell’ultimo secolo di arte teatrale.
Il volume è impreziosito da un ricco corredo fotografico, con elementi iconici di alta sartoria e scene di spettacoli di grande valore, documentazione quest’ultima fondamentale nella pratica professionale e di chi si occupa di costume teatrale e di arti visive in generale.
Gli interventi presenti nel testo sono a cura di Sibylle Ulsammer e Franca Squarciapino.


Emilio Ortu Lieto, nato a Cagliari e formatosi a Venezia, è uno scenografo e costumista di alta formazione, apprezzato e richiesto nelle più importanti produzioni per la lirica, la prosa, la danza, il teatro di figura e per il cinema da 35 anni; ha collaborato con premi Oscar e nomi celebri internazionali del teatro. Nell’ultimo decennio, in particolare, oltre ad insegnare arte e costume in vari ordini di scuole,ha studiato tecniche di tintura in India e si è occupato sia di formazione e divulgazione delle tinture naturali che di pitture decorative nelle bioarchitetture tradizionali di terra in Sardegna, temi su cui ha pubblicato, sempre per Nep Edizioni, i saggi “Tingere con le piante in Sardegna” (2017) e “Pitture decorative nelle case di terra in Sardegna” (2018).

William Shakespeare “Romeo e Giulietta, Amleto, Macbeth”, AEDE Books

Un viaggio indimenticabile tra i capolavori di Shakespeare: il Grande Teatro raccontato da Paul Sterling

AEDE Books Edizioni

Scoprite tre capolavori immortali in modo semplice, coinvolgente e attuale: Paul Sterling, come un antico menestrello racconta, con passione e freschezza, Amleto, Macbeth e Romeo e Giulietta.

Shakespeare raccontato da Paul Sterling”, edito da AEDE Books, è molto più di un libro: è un invito a vivere le storie immortali di Romeo e GiuliettaAmleto e Macbeth con uno sguardo fresco e coinvolgente. Grazie alla narrazione appassionata di Paul Sterling, socio della British Shakespeare Association, le opere del Grande Bardo tornano a pulsare di vita, parlando al cuore dei lettori di oggi.

Con uno stile accessibile e diretto, Sterling riesce a trasformare il teatro classico in un’esperienza per tutti, dai più giovani ai meno giovani, rendendo immediati e vicini i temi universali che da sempre affascinano l’umanità: amore, coraggio, paura, avidità, potere, desiderio e lotta interiore.

Un racconto che intreccia magia, poesia e storia
Ad arricchire il volume, i raffinati prologhi in rima di Paolo Menconi, che ci trasportano in un passato ricco di fascino, e una trovata narrativa che aggiunge un tocco di mistero: il ritrovamento di uno scrigno di antiche pergamene in una bottega di Lucca. Al loro interno, i racconti di un menestrello che, viaggiando tra castelli e corti d’Europa, reinterpretava le opere di Shakespeare per raccontarle alla gente, alle dame e ai cavalieri in modo coinvolgente e appassionante. Un modo originale e suggestivo per far rivivere un mondo antico e farlo dialogare con il presente.

Shakespeare per tutti: un viaggio emozionante e senza tempo
L’obiettivo di questo libro è chiaro: abbattere le barriere che spesso separano il pubblico dal teatro classico e dalla letteratura. Il libro è impreziosito da alcune splendide illustrazioni della Victorian Illustrated Shakespeare Archive e, attraverso uno stile narrativo avvincente, “Shakespeare raccontato da Paul Sterling” rende le sue storie e i suoi personaggi un riflesso delle emozioni e delle esperienze umane di oggi, avvicinando lettori di tutte le età al fascino del Teatro. Il teatro, spesso percepito come lontano, esclusivo e riservato a pochi, qui si rivela per quello che è realmente: uno specchio della vita, un luogo di riflessione e un motore di libertà intellettuale per tutti.

Testimonianze d’eccezione
Questo straordinario progetto è impreziosito dal contributo di due figure iconiche della cultura internazionale che hanno scritto splendidi inviti alla lettura pubblicati nel libro:

  • José Carreras“La lettura delle Opere di Shakespeare, raccontate con semplicità e passione, diventa un viaggio in un mondo straordinario, ricco di emozioni autentiche, sentimenti profondi e bellezza.”
  • Gabriele Salvatores“Shakespeare ci racconta il mondo e l’essenza dell’essere umano. Le sue opere hanno ispirato ogni forma d’arte, dal Teatro al Cinema. Sono un patrimonio universale.” 

Un libro che non può mancare nella vostra libreria
Se amate storie che sanno emozionare, che parlano all’anima e ci fanno riflettere sulle grandi domande della vita, “Shakespeare – Romeo e Giulietta – Amleto – Macbet – Raccontati da Paul Sterling” è il libro che fa per voi.
Un regalo perfetto per chiunque voglia vivere il teatro e la letteratura come mai prima d’ora. Lasciatevi trasportare in un’avventura che celebra l’arte, la cultura e l’universalità delle emozioni umane. Disponibile ora!

Elise Lacourt

Josina Fatuzzo “Nonostante i segreti del tempo”, Tipheret


Prefazione di Salvatore Scalia


Tipheret

Nonostante i segreti del tempo nasce da un’eredità e dall’incontro di due donne. Uno scherzo del destino o una sorta di santa provvidenza fa incontrare Maria Francesca, studiosa di storia contemporanea, con Viola, la vecchia proprietaria della villa che Maria Francesca eredita.  Maria Francesca è distrutta per aver scoperto il tradimento del marito, appena morto in un incidente d’auto: la sua esistenza giunge al punto più basso. Eppure viene aiutata dal confronto con questa donna, Viola, distante da lei nel tempo, negli anni, ma così vicina emotivamente al punto da essere spinta a ricostruirne la vita e gli amori attraverso un quaderno e alcune lettere che trova per caso.

L’esempio di Viola, l’infelice antenata, vessata dal marito e capace di rinunciare all’amore, sarà per Maria Francesca la forza di pacificarsi e riconciliarsi con sé stessa: dall’alto di questa nuova saggezza potrà contemplare l’umana miseria, a continuare a indignarsi certo, ma non a farsene condizionare.

L’Autrice ci offre la trama di un romanzo borghese ma allo stesso tempo anti-borghese: in una prosa a tratti spigliata e a tratti moralistica, mette a nudo di quel mondo la profonda ipocrisia e il continuo sbandierare buoni sentimenti che maschera spesso trame meschine.

Dichiara l’Autrice:

«Questo libro è nato dalla mia fantasia e dalla mia Immaginazione, anche se è stato alimentato dagli avvincenti racconti di molti miei familiari. Come quelli di due mie zie  sia sulla vita di una cugina (l’eroica Nina) come la chiamavano con enfasi, vissuta durante il Ventennio, lottando contro la società e la morale del tempo, per affermarsi come pianista e compositrice e sia sulle loro traversie affrontate durante la guerra e dopo lo sbarco degli alleati a Siracusa, quando furono costrette ad ospitare nella loro Villa  una parte delle truppe di stanza nel territorio aretuseo, compresi molti ufficiali del comando inglese

Dal libro:

«Avrei riletto il quaderno chissà quante altre volte ancora, come oramai facevo dalla sera precedente, (a parte le pause in cui mi addormentavo o mi preparavo una tazza di caffè) se le campane della chiesa vicina che annunciavano l’inizio dell’anno, il telefono e il campanello del portone non avessero squillato contemporaneamente. Il frastuono dei suoni così improvvisi ed insistenti, a cui, peraltro, si erano aggiunti anche quelli delle sirene delle navi ancorate nel porto e degli scoppi di numerosi mortaretti, mi aveva impedito, infatti, di immergermi nuovamente nella lettura degli sconcertanti scritti. Pur non avendo comunque intenzione di rispondere al telefono né di aprire la porta, poiché ero troppo sconvolta per ricevere gli auguri di chicchessia, avevo chiuso temporaneamente il quaderno e me ne ero andata in cucina per prepararmi un altro caffè. Invece, avevo fatto un pasto completo con pollo freddo, salame, formaggio e finanche con cioccolatini che avevo trovato in una scatola in salotto. Scoprendo via via che mangiavo di essere ancora affamata. Come se il cibo, di cui non mi saziavo, fosse l’unico mezzo per riprendere contatto con la realtà. Stavo ancora mangiando quando il telefono si era messo nuovamente a squillare. Questa volta, però, avevo deciso di rispondere. Poiché non volevo che chi stava dall’altro capo del filo potesse precipitarsi poi a casa mia, come l’altro che poco prima aveva pigiato fino a stancarsi il pulsante del campanello. Per fortuna era Emma! – Zia, – aveva urlato per farsi sentire, dato che l’indiavolato suono d’un pianoforte e un assordante coro sovrastavano la sua voce, – ti auguro un anno felice con tutto il cuore. Ti ho telefonato a mezzanotte, ma tu non hai risposto. Dov’eri? – Cosa potevo dirle? Che non avevo preso la cornetta perché mi era capitata l’incredibile caso di conoscere i segreti di una donna morta da decenni, che per giunta mi era sembrata fosse il mio alter ego? O perché ero troppo sdegnata verso coloro che l’avevano tormentata, morti anche loro ancora da più tempo?»

Josina Fatuzzo, nata a Roma, già docente di materie letterarie, oggi vive a Siracusa. Tra le sue pubblicazioni: La Mastrarua, A gloria dell’Alter ego (Premio Campofranco), Sinfonia per una donna sola (Premio Capuana), Cavalleria e Boccadiforno. Tra i suoi lavori teatrali: Come vecchi paltò e Teatro. Tra le sue molteplici attività culturali ha promosso il Premio “Processo all’Autore”, conferito a numerose personalità del mondo dell’arte e della cultura, tra le quali Dacia Maraini, Vincenzo Consolo, Gianni Amelio, Inge Feltrinelli, Orazio Costa, Enzo Siciliano, Luciano De Crescenzo.

Emanuela Bianchi “L’ultima strega. Una storia vera dalla Calabria del XVIII secolo”, Oligo Editore

IN UN INTRECCIO DI INGANNI, SUPERSTIZIONE E PREGIUDIZI, LA STORIA VERA DELL’ULTIMA DONNA PROCESSATA PER STREGONERIA NELL’ITALIA DEL SUD

Prefazione di Roberto Alessandrini

Oligo editore

Calabria, seconda metà del Settecento. Cecilia Faragò è accusata di essere una strega e di aver provocato la morte del parroco. A vessarla due preti che vogliono impossessarsi dei suoi beni. Vedova e analfabeta, si affida a un giovane avvocato che porterà il suo caso fino alla corte di Napoli e riuscirà a smascherare gli impostori, dando l’occasione a re Ferdinando di abolire per sempre il reato di stregoneria. Emanuela Bianchi ha il merito di aver fatto uscire dall’oblio una storia dimenticata, oggi al centro di una rievocazione annuale a Soveria Simeri, raccontata nella sua opera teatrale LaMagara (Premio della critica Gaiaitalia 2014) e oggi in questo nuovo libro.

Dalla prefazione di R. Alessandrini:

«Questo breve racconto ha una lunga storia, che merita di essere riassunta, almeno per sommi capi. Una madre regala alla figlia il libro di uno studioso di storia locale. Il testo ricostruisce una vicenda realmente avvenuta in Calabria nella seconda metà del Settecento, quella di una donna – Cecilia Faragò – che rimane vedova, non intende risposarsi e che, pur essendo analfabeta, ritiene di far valere i propri diritti fino al grado supremo di giudizio, la Gran Corte della Vicaria di Napoli.  Accusata ingiustamente di essere una strega e di avere provocato con una fattucchieria la morte di un parroco, vessata da due avidi preti che reclamano con l’inganno i suoi averi, affida la propria difesa a un giovanissimo avvocato ventenne, che con una formidabile arringa, degna della migliore retorica del secolo dei Lumi, smaschera gli impostori e restituisce alla donna il suo diritto.  Re Ferdinando IV, nel 1770, coglie l’occasione per abolire il reato penale di magia dai suoi territori. Cecilia Faragò sarà così l’ultima donna nel Sud d’Italia a essere accusata, e assolta, da calunnie costruite sulla superstizione e sul pregiudizio. Confinata per oltre due secoli in un ambito prevalentemente locale, la storia dell’“ultima strega”, sempre in virtù di quel libro regalato da una madre a una figlia, diventa un testo teatrale. Perché la figlia è antropologa e attrice e, nella vicenda narrata, intravvede qualcosa che va riportato alla luce e arricchito di nuovi significati. Inizia così una ricerca sul campo, un’indagine serrata nel piccolo paese calabrese che ha fatto da scenario alla storia»

EMANUELA BIANCHI, antropologa e attrice catanzarese, ha studiato all’Università di Roma La Sapienza. Allieva di Paolo Vignolo (Ecole des hautes études en sciences sociales di Parigi) e della coreografa Marta Ruìz (Adra Danza, Colombia), nel 2004 ha costituito la compagnia teatrale “Confine incerto”, che si occupa di di teatro ludico-sensoriale, teatro antropologico e teatro interattivo in spazi non convenzionali.

Andrea Breda Minello “Black Russian – Studio drammatico in cinque quadri”, Blonk Editore

Blonk Editore

“Tutte le guerre sono insensate, tutte le guerre sono inutili”: Andrea Breda Minello in libreria con Black Russian

L’editore pavese Blonk pubblica il nuovo testo del poeta e drammaturgo veneto: un monologo scritto e pensato per il teatro. Protagonista un ragazzo di 25 anni che affronta sé stesso e il modello di società dominata dalle logiche vetero maschiliste e dai conflitti.

PAVIA_4.12.2023 – In libreria da dicembre 2023 il nuovo lavoro di Andrea Breda Minello, intitolato Black Russian – Studio drammatico in cinque quadri, pubblicato da Blonk editore nella collana Fuorimenu diretta da Andrea De Alberti. Un testo che il poeta e drammaturgo veneto – “uomo di teatro che torna al teatro”, come lui stesso premette – ha scritto e pensato per il teatro.

Lo “studio” è infatti un monologo in cinque atti scritto vent’anni fa e rivisto a più riprese, anche grazie agli echi del lavoro di ricerca del Théâtre du Radeau (Compagnia teatrale francese fondata nel 1977 a Le Mans e successivamente diretta dal regista e autore François Tanguy).

Un testo politico che riflette sulle nevrosi personali, che sfociano in psicosi. La guerra è lo spartiacque: allora l’attacco in Iraq, oggi i conflitti in Ucraina e a bozze chiuse la ripresa degli scontri tra Israele e Hamas.

L’ispirazione, o forse dovrei dire l’omaggio – racconta Andrea Breda Minelloè molteplice: da Sarah Kane agli spettacoli del Radeau, al mondo russo, ai rimandi cinematografici, ai ricordi d’infanzia. Tutte le guerre sono insensate, tutte le guerre sono inutili. Prendere posizione non è solo necessario, è un dovere etico”.

Il protagonista è un ragazzo di 25 anni che fa i conti con sé stesso, con una società che impone modelli fissi vetero patriarcali e un’idea univoca e sbagliata della maschilità. Il ragazzo (in)agisce in un contesto maschile perennemente in guerra, in un mondo minacciato e al tracollo.

Il volume è disponibile in formato cartaceo nelle librerie oppure in formato ebook. Si può ordinare su www.blonk.it con servizio di print on demand e consegna in 5 giorni lavorativi, e in tutti i principali  bookstore.

“Andrea Breda Minello mette in scena il monologo di un protagonista esponenziale, tanto esponenziale, per quanto oggettivato, che le sue parole si moltiplicano e contemporaneamente si riducono ad “aborti psichici”, proposizioni slegate, deliri linguistici” _ Dalla prefazione di Luciano Mazziotta. 

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Andrea Breda Minello (1978) vive e lavora a Venezia. Drammaturgo, poeta, scrittore. Ha pubblicato le poesie teatrali ed ecfrastiche Del dramma, le figure (Zona, 2015) e il canzoniere Yellow (Oèdipus, 2018). Ha tradotto: Se solamente di Julien Burri (Kolibris, 2010) e Poesie d’amore di Anna de Noailles (Arcipelago Itaca, 2019). Si occupa di letteratura di genere e di teatro. Di prossima uscita il suo primo romanzo. Fa parte della compagnia Itineristeatro.