Due recensioni in breve:

Elliot Ackerman e James Stavridis 2034: A Novel of the Next World War

e

Alessandro Curioni Il giorno del bianconiglio

Due romanzi che guardano al futuro con prospettive distopiche, ma non lontane da scenari possibili, uno in lingua inglese, l’altro in italiano.

Il primo è “2034: A Novel of the Next World War” , Penguin, in lingua inglese che negli Stati Uniti ha già riscosso molto successo. Gli autori sono due ex ufficiali: il primo è Elliot Ackerman che, oltre ad essere un veterano dei Marines pluridecorato è giornalista e scrittore, autore di best seller, ha lavorato un anno nell’amministrazione Obama; il secondo, James Stavridis, è stato un ammiraglio e comandante supremo della Nato oltre ad essere nel 2016 tra i possibili candidati alla vice presidenza se Hillary Clinton fosse stata eletta, nonché segretario di Stato di Donald Trump nello stesso anno, autore inoltre di saggi e memorie.

Si presentano quindi come autorevoli conoscitori, avendo avuto le mani in pasta in esperienze nei palazzi della politica e della guerra. Sì perché, come recita il titolo, raccontano una guerra mondiale in un prossimo 2034 con armi molto sofisticate: il vecchio presidente dopo un unico mandato viene sostituito da una donna alla più alta carica. La candidata vincente oltre ad essere nuova per il genere cui appartiene si è presentata anche come indipendente. In uno scenario di crisi climatica che ha avuto le sue conseguenze sulla gestione del potere, gli Stati Uniti si scontrano con i nemici di sempre ma soprattutto con la Cina che reclama il possesso, da anni conteso, del Mar della Cina Meridionale.

Il secondo, in italiano, è scritto da uno specialista in cybersecurity, Alessandro Curioni. al suo esordio con Chiarelettere, In questo romanzo, Il giorno del bianconiglio, il protagonista, Leonardo Artico, è un consulente esterno di un colosso dell’energia; a quest’ultimo un gruppo di criminali decide di estorcere un ingente riscatto, mettendolo in crisi. Stretto collaboratore di Artico è Roberto Gelmi, un hacker che ha programmato un malware, ovvero un programma in grado di proteggere i clienti ma nello stesso tempo molto pericoloso soprannominato “bianconiglio”: la doppia faccia dei dispositivi elettronici.

 Il giorno del Bian­coniglio, ambientato a Milano, si ispira ad attacchi realmente verificatisi,  svela i segreti della rete e mostra quanto siamo vulnerabili.

Il romanzo si propone come il primo di una serie destinata, per quanto illustra, a modificare la nostra visione sulla tecnologia.

Su Libri Panorama la recensione

Joyce Carol Oates “Pericoli di un viaggio nel tempo” presentazione

Una storia tra passato e futuro, di ribellione e anche una storia d’amore. È ambientata nel 2039, in un futuro visto in chiave distopica, dove il libero pensiero o fare semplicemente domande viene punito severamente. La punizione è esemplare, diremmo fantascientifica: si viene esiliati nel passato.

É questo ciò che accade alla protagonista, una giovane e brillante studentessa diciassettenne, Adriane Strohl, che finisce così nel 1959 dove ha un nuovo nome, Mary Ellen Enright, nuove materie da studiare, dove vive con frammentati ricordi della vita precedente e in mezzo a oggetti sconosciuti, ma è lì, in quel nuovo mondo, che si innamorerà del suo professore di psicologia, che si rivelerà anch’egli un esiliato.

Pericoli di un viaggio nel tempo si muove nel passato e nel futuro con rimandi all’oggi e alla recente politica negli U.S.A, relativamente alla chiusura delle frontiere e alla separazione dei nuclei familiari, ma con richiami al totalitarismo orwelliano di 1984 o al racconto dell’ancella della Atwood, con un finale inatteso che si colloca nei “pericoli” del viaggiare nel tempo.

Da La nave di Teseo

Adriane S. Strohl vive negli SNAR (Stati del Nord America Rifondati) una confederazione nata dopo i Grandi Attacchi Terroristici e la conseguente Guerra Contro il Terrore. Uno stato retto da un governo onnipresente e opprimente che non consente nessun tipo di dissenso. Adriane è solo una ragazzina di diciassette anni, idealista e curiosa, quando viene arrestata dalla Sicurezza Interna per aver osato fare delle domande a scuola. La sua condanna è quella di essere rimandata indietro nel tempo di ottant’anni e di scontare la pena a Wainscotia Fall, nel Wisconsin, per studiare nella locale università. Lasciata alla deriva nel tempo in questa idilliaca cittadina del Midwest, viene avviata a un percorso di “riabilitazione” per poter poi tornare a casa, ma non può resistere all’innamoramento per un altro esiliato, che la porterà a riflettere sul mondo di Wainscotia e sulla realtà che è costretta a vivere, con risultati al contempo devastanti e liberatori.[…]

Christina Dalcher “La classe” presentazione e con la recensione da “Il mestiere di leggere” di Pina Bertoli

La recensione di Pina Bertoli

Christina Dalcher se in Vox , con cui ha esordito nel 2018, racconta una società che, oltre a privare le donne del lavoro e della propria indipendenza economica, impedisce loro di usare più di cento parole al giorno, altrimenti una scarica elettrica glielo ricorderà prontamente, con il nuovo romanzo, titolo originale Master Class, presenta una società fondata sulle disuguaglianze questa volta non di genere ma di Q, il quoziente calcolato in base a test e al comportamento, che determina la divisione degli studenti in tre gruppi in base alle loro risultanze: scuole Argento per i migliori, Verdi per i mediocri e Gialle per gli ultimi. Protagonista è un’insegnante, Elena Fairchild, che vivrà l’esperienza attraverso la figlia Freddie. Entrambi i romanzi possono essere ascritti a quel genere definito “distopico” che ebbe i suoi natali con Orwell in 1984 e oggi ampiamente consolidato. Come per il romanzo di Orwell o della Atwood, le possibili e inquietanti prospettive che vi si evidenziano hanno valore di monito oltre ad essere una lettura che prende e che lascia il lettore travolto e partecipe fino al sorprendente finale.

Da Nord Edizioni

Elena Fairchild ha partecipato alla creazione del sistema Q e lo riteneva la chiave per una società più equa, più giusta. Adesso però, dopo alcuni anni come insegnante in una Scuola Argento, è tormentata dai dubbi: sebbene abbia accolto diversi alunni provenienti dalle Scuole Verdi, non ha mai visto qualcuno tornare dalle Scuole Gialle. I genitori ormai temono quel pullmino che passa di casa in casa il giorno successivo all’esame. E ora anche lei è una di quei genitori: sua figlia Freddie ha ottenuto un risultato troppo basso e le verrà portata via. Senza esitare, Elena si fa bocciare al test Q per insegnanti e viene trasferita nella stessa Scuola Gialla della figlia. […]

Brevi note biografiche

Christina Dalcher  ha insegnato fonologia, fonetica e italiano ed è stata ricercatrice. Si è specializzata in Linguistica alla George Mason University conseguendo successivamente un dottorato sulle variabili fonetiche, fonologiche, lenitive e sociolinguistiche e sulla lingua italiana presso la Georgetown University. Vive negli Stati Uniti .