Una raccolta di otto racconti che esprime, sotto otto forme diverse, lo stesso concetto: il non sentirsi necessari, l’essere ai margini, il vivere ai margini, il sentirsi invisibili. Ogni racconto è accompagnato da illustrazioni che vogliono assecondare il testo, renderlo ancora più vivido, perfino tagliente, in alcuni passaggi, tutte partorite dalla mano, altrettanto mancina come quella dell’autrice, del disegnatore Sergio Kalisiak
Maddalena Crepet Roma 1994, laureata in Storia contemporanea, ha frequentato la Scuola Holden di Torino, lavora come ufficio stampa e consulente editoriale e ha pubblicato racconti su riviste letterarie. Ci siamo traditi tutti (2024) è il suo primo romanzo. Ha già all’attivo diverse pubblicazioni di racconti per riviste letterarie.
Sergio Kalisiak (San Benedetto del Tronto, 1987) consegue la laurea in arti grafiche in un posto sperduto del centro Italia. Illustratore, designer e videomaker, collabora con piccole realtà editoriali sparse per lo Stivale, pubblicando Storie diBrace – 43 racconti silenziosi, Arrivederci, Waterville! e Esperimenti Notturni.
“Mugello Terra mia” è molto più di un libro: è un viaggio affettuoso nella memoria collettiva di una terra ricca di storia, tradizioni e umanità. L’ho letto con grande piacere, e pagina dopo pagina mi sono ritrovata immersa nei racconti semplici e veri di un mondo che ha popolato la mia infanzia. Il tuo stile profondamente evocativo, riesce a far riaffiorare personaggi, gesti quotidiani, proverbi e usanze che appartengono al nostro passato contadino e artigiano, riportandoli alla luce con delicatezza e amore. Particolarmente interessante è la parte dedicata alle ricette tradizionali: piatti poveri ma ricchi di sapore, che raccontano l’ingegno e la sobrietà di chi viveva con poco, senza mai rinunciare al gusto e al valore dello stare insieme. Un’emozione particolare l’ho provata scoprendo, in quarta di copertina, il QR code che rimanda alle registrazioni del 1969 di alcune canzoni di Tonino di Lutiano. Le avevo ascoltate dalla viva voce, e risentirle oggi grazie a te mi ha profondamente toccata. Quelle melodie, quei testi, portano con sé l’anima autentica della nostra gente. È stato come se il tempo si fosse fermato, riportandomi indietro a quei giorni in cui la musica accompagnava il lavoro e la vita Il tuo libro ha anche un importante valore divulgativo: non solo racconta il Mugello, ma lo promuove. Ne delinea la geografia e la storia, rende vive le sue comunità e i suoi borghi, come Scarperia, con la sua secolare tradizione dei coltelli e il fascino discreto di un paese rimasto autentico. È una lettura utile per chi non conosce il Mugello, ma è un dono ancora più grande per chi come me ci è nato, ci vive o lo porta nel cuore. Un vero e proprio omaggio alla nostra identità. Una parte particolarmente toccante del libro è quella dedicata alla tua storia familiare. Le tue origini montanare e contadine affiorano con forza e dolcezza, restituendoci non solo un ritratto personale, ma anche uno spaccato autentico della vita rurale di un tempo. Attraverso ricordi di infanzia, racconti di nonni e genitori, la fatica del lavoro nei campi e la vita nei poderi, si percepisce un legame profondo e rispettoso con la terra e con le tue radici. Non c’è nostalgia fine a sé stessa, ma la consapevolezza di provenire da una cultura fatta di valori semplici ma solidi: il senso della famiglia, il rispetto per il lavoro, la solidarietà tra vicini. La montagna e la campagna diventano così luoghi dell’anima, dove si sono formati carattere e visione del mondo. In ogni parola si sente l’orgoglio per quelle origini, mai rinnegate ma anzi valorizzate, come fondamento di un’identità che oggi rischia di perdersi, ma che con questo libro custodisci e trasmetti con gratitudine. I tuoi racconti delle scuole elementari e medie hanno per me sapore speciale, perché parlano di luoghi e personaggi che anche io ho frequentato e conosciuto, vissuto. Le aule, i banchi, maestri e maestre i compagni di scuola, le corse nell’intervallo, il freddo pungente dell’inverno, le scarpe bagnate poste ad asciugare al termosifone della classe… tutto mi è familiare, come se quelle pagine parlassero anche un po’ della mia infanzia. Scarperia, con le sue vie, le sue botteghe, le sue abitudini, fa da sfondo a una quotidianità semplice e genuina, in cui molti possono riconoscersi. I nomi che emergono dalle pagine del libro, maestri, compaesani, figure del paese sono come tessere di un mosaico che racconta una comunità viva, stretta intorno ai suoi valori e alla sua identità. Caro Alvaro riesci a restituire non solo il ricordo personale, ma anche quello collettivo, e chi ha vissuto quegli anni in Mugello ritrova in queste pagine un frammento della propria storia. Grazie di cuore per questo tuo dono. Luisa
Per la prima volta presentata in italiano, la raccolta integrale di un maestro del soprannaturale
più volte lodato da Lovecraft
Traduzione a cura di Francesco Vitellini e Marta Suardi.
Introduzione di Pietro Guarriello
A cura di Jacopo Corazza e Gianluca Vendetta
Collana Biblioteca di Lovecraft 5
Alcatraz
Dal 17 ottobre in libreria
“La Biblioteca di Lovecraft” si arricchisce della raccolta Jumbee and Other Uncanny Tales, pubblicata per la prima volta dalla storica ArkhamHouse nel 1944, finora mai presentata integralmente in italiano, e qui corredata dalle illustrazioni tratte dalle prime pubblicazioni di ciascun racconto, sulle riviste Weird Tales, Adventure e Strange Tales of Mystery and Terror. Whitehead, attingendo profondamente al folclore caraibico e al fascino dei Tropici, esplora il mondo misterioso e macabro del voodoo attraverso racconti inquietanti e suggestivi, in cui creature mostruose siimpadroniscono della mente umana e le esistenze dei vivi sono perseguitate dalle presenze dei defunti. In questa antologia sono presenti dei veri e propri classici della letteratura weird e horror, tra cui Morte di un Dio, Cassius, La bestia nera e L’uomo dell’albero, tutti qui inclusi e più volte citati e lodati da H.P. Lovecraft, che di Whitehead fu corrispondente, amico e collaboratore. Il “solitario di Providence” gli riconosceva infatti un realismo e uno stile erudito non comuni nel mondo dei pulp, e fu proprio lui ad annunciare al mondo del fantastico la sua prematura scomparsa, sul numero di Weird Tales del marzo 1933.
Henry S. Whitehead (1882-1932), autore americano noto per racconti weird spesso ambientati nei Caraibi, fu per diversi anni arcidiacono della Chiesa episcopale nelle Isole Vergini, e questa esperienza gli consentì di ispirarsi alle leggende locali ascoltate direttamente dagli isolani, e di permeare le proprie storie di folclore voodoo. Pubblicò principalmente su riviste pulp come Weird Tales e Adventure, e le opere principali per riscoprirne la narrativa breve sono le due antologie postume Jumbee and Other Uncanny Tales (1944) e West India Lights (1946).
Dell’autore, il compianto Giuseppe Lippi scrisse: «Crediamo che la lezione di stile di Henry S. Whitehead sia attuale ancora oggi e, soprattutto, godibile. Portato al mistero e al soprannaturale già dalla sua vocazione, ma saldamente ancorato alla terra per carattere e temperamento, Whitehead fu uno dei più maturi autori fantastici pubblicati in America fra le due guerre. Non un visionario delirante, non un sognatore oppiaceo, ma al contrario un narratore completo, ricco di sfumature e sottigliezze ed estremamente attento al mondo che lo circondava. Un mondo che si apriva al prodigio con estrema naturalezza e senza chiasso: per arrivare a questo occorre essere maestri non solo nell’arte del mistero, ma nell’arte del racconto tout-court».
«Questi ragazzi, che considero con orgoglio miei amici, vedono il punk rock come un modo di approcciare la vita. Hanno fatto proprie le lezioni che ci hanno insegnato i Ramones e le mettono in pratica ogni giorno. Ho girato un po’ nel folle mondo del punk, e non sono molte le persone che ti guardano negli occhi, ti stringono la mano e mantengono la parola. Ma i miei amici Manges sono così».
– JOE QUEER
«È molto difficile per una band proveniente da un altro Paese avere successo negli Stati Uniti, ma i Manges ci sono riusciti. Questi ragazzi sono rispettati nella comunità punk rock americana, e non è uno scherzo».
– CJ RAMONE
Dalla introduzione:
«Questo libro è un racconto per immagini. Non è una biografia, non è una raccolta di successi, e non è una celebrazione dei Manges come band, ma un tributo alla scena punk rock che ci ha formati, alle persone che abbiamo incontrato lungo il cammino e ai luoghi che sono diventati parte del nostro viaggio. Come fotografo, documento i Manges fin dal primo giorno, nel 1993. La maggior parte delle foto che troverai qui provengono dal mio archivio personale, scattate nel corso degli anni, durante un’infinità di concerti, di viaggi e tutto quello che c’è stato in mezzo. Alcune immagini ci sono state passate da amici e fan, condivise come stampe o recuperate da vecchi negativi. Altre le abbiamo trovate online, taggate nei post. Abbiamo indicato i fotografi ogni volta che è stato possibile. E per quelli che non siamo riusciti a rintracciare: grazie lo stesso, e speriamo possiate capire. Queste immagini, proprio come la scena punk, appartengono a una memoria collettiva. Non abbiamo incluso foto promozionali né scatti ufficiali usati per album, poster o campagne stampa: questo non è quel tipo di libro. Non troverete una discografia o una cronologia dettagliata. Non ci interessa raccontare quello che è stato pubblicato, ma ciò che è stato vissuto».
Dal 1993 i Manges suonano punk rock partendo da La Spezia, che loro stessi hanno ribattezzato “Las Pezia”, un soprannome che è diventato familiare anche al di fuori della scena underground. Hanno suonato ovunque: Europa, Nord America, Giappone. Palchi piccoli, locali affollati, chilometri di strada, centinaia di voli. Sei album all’attivo e una miriade di singoli in vinile – molti dei quali oggi fanno la gioia dei collezionisti – pubblicati per etichette di tutto il mondo.
Col tempo si sono guadagnati rispetto e stima da parte della scena punk internazionale, stringendo legami con alcune delle band più importanti del genere. I Manges sono diventati un punto di riferimento, un nome noto nei circuiti punk di mezzo mondo. Questo libro non è una biografia, né un catalogo dei loro dischi. È un racconto per immagini di tutto ciò che li ha influenzati: le persone incontrate, i posti vissuti, i momenti che hanno contribuito a farli diventare quello che sono.
Questo volume sul tratto toscano di una grande strada dell’antichità, riscoperta e oggi tra i cammini più percorsi, ha un preciso obiettivo: non vuole essere una guida, in questa direzione operano già testi che svolgono egregiamente questo compito, organizzati capillarmente in base ai chilometri, alle soste, ai ricoveri, ma nasce dall’intento di fornire su questa storica via tutta una serie di approfondimenti storico geografici, trascurati, per evidenti motivi, dalle guide al percorso, per soffermarsi, illustrando le caratteristiche storico-architettoniche, ambientali e artistiche, dei centri principali o degni di particolare nota attraversati o limitrofi, sia che si proceda a piedi, in bicicletta o in auto. Il cammino, il viaggio sono da sempre stati sinonimo non solo di un bisogno di interiorizzazione o di attività salutare, ma soprattutto mezzo specialissimo per osservare da vicino e trascorrere all’interno di un territorio: unico modo per accoglierne la struttura, i mutamenti nella sua storia rimasti impressi nel paesaggio, gli aspetti culturali propri come la lingua, la cucina, le strutture architettoniche urbane e rurali, l’uso e la coltivazione della terra e gli attrezzi utilizzati, l’organizzazione sociale in città e in campagna, la viabilità, tra cui le acque gestite e utilizzate come grandi vie di comunicazione. In questa prospettiva, tra gli obiettivi principali c’è quello di poter rispondere a molte delle domande e alle curiosità che pellegrini o viaggiatori potrebbero porsi in itinere relativamente alle terre che stanno attraversando.
L’INDICE
I titoli principali
Premessa Storia e geografia del territorio Luoghi paesaggi dintorni Fra Luni e Lucca Fra Lucca e Siena Verso Siena Fra Siena e la valle del Paglia La sosta del viandante: cucina storia e ricette
Alcune pagine dall’ebook (che è stato possibile realizzare a colori senza gravare sul prezzo di copertina): in alto la Porta di accesso alla Toscana, sotto la Rocca di Staggia, quindi una pagina dal testo in cartaceo realizzato in bianco e nero senza nulla togliere alla nitidezza e alla bellezza estremamente godibile del paesaggio.
Un libro sorprendente che racconta come ciascun animale si adoperi per rendere più giusto e sostenibile il nostro tempo sulla Terra. Dall’alligatore giardiniere all’elefante scavatore di pozzi, alle api che nutrono il mondo. Un invito alla collaborazione fra noi e gli animali, per un’alleanza basata sul reciproco rispetto e sulla pratica attiva.
SE LA NATURA SIAMO NOI, QUESTO LIBRO È PER TUTTI!
Il pianeta Terra, la nostra Casa Comune, vanta un’organizzazione che oltre a renderla così diversamente bellissima, stupisce per la sua perfezione. La vita infatti dipende da tutte le creature che la abitano: dalla piccola ape alla balena gigante, noi compresi, tutti giocano un ruolo indispensabile. In questa nostra Era dove il Pianeta è malato e le nostre cure non sono sufficienti a guarirlo, gli animali si dimostrano i veri ambientalisti, lavorando incessantemente per rendere la Casa Comune un posto migliore in cui vivere.
Oleksii Kovalenko è biologo. Attualmente collabora con il Museo Nazionale di Storia Naturale dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Ucraina, dove si occupa di ricerca scientifica, conferenze e programmi educativi interattivi.
Daria Filippova è nata a Odessa, dove cielo e mare si scambiano i colori e accendono la fantasia. Ha lavorato presso l’Odessa Fine Arts Museum e attualmente disegna manifesti e locandine per l’Odessa Green Theater. Illustra libri per editori ucraini e stranieri, decora negozi ed espone le sue opere in numerose gallerie.
Olga Trukhanova è CEL (Collaboratore ed Esperto Linguistico) nel Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali presso l’Università La Sapienza di Roma. È membro di vari comitati editoriali di riviste e collane scientifiche. Oltre a numerosi studi nei campi di sua pertinenza, Trukhanova è autrice de il volume Il Vate, il Poeta, l’Esule. Brodskij rilegge Dante, uscito nel 2019 per Editore Universitalia.
In copertina una scatola di fiammiferi primo Novecento.
“Una storia di misteri, amicizia e riscatto, ambientata nella New York degli anni Venti. Li chiamavano la gang degli Scarafaggi, e che la vita non fosse giusta, loro l’avevano sempre saputo”.(da Mondadori ragazzi)
Lettura adatta a ragazzi dai 10 ai 14 anni
Una squadra di “scarafaggi” della 110^ Strada, di cui ciascuno aveva meritato il soprannome nell’East Harlem: Lucy era nera e aveva tanta rabbia dentro; Mario, con i suoi sogni, veniva dal Nord dell’Italia e stranamente non dal Sud, con la madre pazza a cui lui presto avrebbe potuto assomigliare; Tommy con la sua miseria visto che in famiglia erano tanti e quindi poverissimi; Amy, con tutti i suoi segreti, coreana ma detta cinese; e Rico che voleva solo essere invisibile.
A questo cast si aggiunge un’ambientazione, nella New York degli anni ’20, ricca di elementi misteriosi e intriganti: una nave affondata, quella della fregata Hussar, nave di Sua maestà britannica inabissata nel 1780 appena fuori dalla baia di New York, nelle acque di Hell Gate; un relitto prezioso che pare portasse settanta forzieri di lingotti d’oro, la paga dei soldati inglesi impegnati nella guerra contro le colonie americane, un tesoro cercato da molti e mai ritrovato, un tesoro qundi perduto e un cadavere senza nome con un biglietto nel calzino con un messaggio in codice. Storia vera alla base, documentata dalle ricerche dello scrittore, e romanzo si intrecciano in questo ultimo lavoro di Davide Morosinotto, premiato narratore, che si è documentato anche sul campo: strade, musei, biblioteche in cui i protagonisti saranno impegnati alla ricerca di dati, manoscritti, notizie d’archivio per la loro caccia al tesoro. Un corposo testo di quasi cinquecento pagine i cui ingradienti non possono non catturare la fantasia dei più giovani ma anche dei più grandi, in cerca di storie come quelle affascinanti che hanno caratterizzato le letture dell’età giovanile, in questa caccia al tesoro davvero trascinante in cui l’intraprendenza e il coraggio ma anche la disperazione e la ricerca di un riscatto giocano la parte maggiore.
L’incipit
Tutti li chiamavano gli Scarafaggi della 110a strada. E loro odiavano quel nome, ma gli si era appiccicato addosso, che lovolessero o no. Era stato Toni Taglio a darglielo, una volta che aveva trovato Mario da solo davanti al negozio di caramelle nella sua zona. Toni lo aveva preso di spalle a tradimento (almeno, così sosteneva Mario), lo aveva sbattuto contro il muro e gli aveva detto, standogli a tanto così dalla faccia: “Sai cosa siete, tu e i tuoi amici?”. Aveva il fiato che puzzava di cipolla. “Siete solo degli stupidi scarafaggi. E sai perché?” Mario non lo sapeva. “Siete degli scarafaggi perché riuscite a fare schifo a tutti, anche se viviamo in questo posto di merda.” Il “posto di merda” era East Harlem, il quartiere degli italiani, e secondo Mario non era tanto male, e comunque era casa sua.
Davide Morosinotto tradotto in 25 lingue, ha vinto il Super Premio Andersen nel 2017 con Il Rinomato Catalogo Walker&Dawn (Mondadori) e lo Strega Ragazze e Ragazzi 2021 con La Più Grande (Rizzoli), titolo con cui è entrato nella IBBY Honour List 2021. Per Mondadori ha pubblicato anche La sfolgorante luce di due stelle rosse, Il fiore perduto dello sciamano di K. e L’ultimo cacciatore, finalista al premio Andersen 2022. Molti sono i suoi riconoscimenti internazionali: finalista al prestigioso Deutscher Jugendliteraturpreis e vincitore del Penzberger Urmel in Germania, ha vinto anche il Prix des Bouquineurs en Seine e il Grand Prix des Lecteurs du Journal de Mickey in Francia, il Vlag en Wimpel e lo Zilveren Griffel in Olanda, il KJV nelle Fiandre, il premio Protagonista Jove in Catalogna ed è stato nominato alla Carnegie Medal 2022 nel Regno Unito. La ladra del vento fa parte della “Saga dei Da Mar”, insieme a Il figlio del mare.
In queste pagine intime e private, Filippo Tuena richiama ricordi e memorie, non suoi, ma della giovinezza della madre, convocata dalle nebbie del tempo a presentare un vero e proprio monologo dalla penombra della terza fila di un teatro in rovina, ultimo erede del rinascimentale teatro della memoria di Giulio Camillo, come Chiara Fenoglio mette in evidenza nella prefazione. Anni lontani, tra Roma e l’Istria, Trieste, Fiume e Abbazia, nel delicatissimo contesto del confine orientale italiano tra le due guerre mondiali, alla ricerca di un’identità personale da preservare e tramandare.
È proprio ai ricordi che Filippo Tuena dedica queste pagine: non tuttavia ai propri, bensì a quelli della madre. I ricordi dunque si rifrangono, divengono ricordi di ricordi, memorie altrui rivissute attraverso la scrittura: esse alimentano una riflessione sulla madre, certamente, ma anche sull’ars memoriae, sulla connessione di questa con la retorica, col racconto, con la performatività teatrale, infine con la parola letteraria, se è vero – come scrive l’autore nelle prime righe – che «davvero null’altro che l’atto del ricordare si traduce in lingua scritta». (Chiara Fenoglio)
I ricordi che emergeranno o che sono emersi e che io ho riletto in queste antiche pagine e ai quali ho cercato di dare ordine riguardano mia madre e sono quelli che manteneva più cari e che provengono dagli anni dell’adolescenza che trascorse in Istria, ad Abbazia e Fiume. Scrivo di quei luoghi che non ho visitato e ho conosciuto solo attraverso le sue parole. (Filippo Tuena)
Filippo Tuena si è laureato in Storia dell’arte alla Sapienza di Roma e attualmente vive a Milano. Tra i suoi libri ricordiamo Tutti i sognatori (Fazi 1999, Premio Grinzane Cavour), Le variazioni Reinach (Rizzoli 2005, Premio Bagutta), Ultimo parallelo (Rizzoli 2007, Premio Viareggio), In cerca di Pan (Nottetempo 2023, finalista al Premio Campiello).
“Lello il pipistrello” è un albo illustrato per bambini di Mimma Campanile, che affronta con dolcezza e profondità il tema della diversità e dell’accettazione di sé. Un’avventura pensata per i piccoli lettori, che non solo diverte, ma educa alla bellezza della molteplicità e alla forza dell’autenticità. Un viaggio poetico e delicato nel cuore dell’infanzia, che si può leggere sia in italiano che in inglese, arricchito da splendide illustrazioni ad opera della stessa autrice, che incantano e scaldano il cuore. Ambientato in un mondo fiabesco, il libro racconta l’avventura di Lello, un pipistrello di colore bianco, diverso da tutti gli altri della sua colonia. Circondato da pipistrelli neri, Lello si sente spesso fuori posto, invisibile o “sbagliato”. La storia è raccontata dal saggio Tek, il cui nome deriva dal greco “τέχνη,” che significa “arte” o “tecnica”. Attraverso parole gentili e immagini suggestive, Tek accompagna Lello e i piccoli lettori in un percorso di consapevolezza, alla scoperta di un’importante verità: ciò che ci rende diversi è anche ciò che ci rende speciali. Con un linguaggio semplice ma denso di significato, “Lello il pipistrello” parla direttamente al cuore dei bambini, aiutandoli a comprendere che ogni essere umano è un’opera d’arte irripetibile. Il libro si fa così portavoce di valori fondamentali come l’inclusione, il rispetto e la valorizzazione delle differenze. Un racconto che emoziona, fa riflettere e insegna a guardarsi – e a guardare gli altri – con occhi diversi. Ma anche un invito a volare liberi, proprio come fa Lello, oltre la paura di essere sé stessi.
Mimma Campanile è un’insegnante e un’artista: due anime che l’accompagnano da sempre. I suoi maggiori campi di interesse sono l’inclusione e la creatività. Crede che l’immaginazione e il pensiero divergente possano davvero salvare il mondo e che tutti noi possiamo migliorarlo insieme. Ama la famiglia e gli animali, che, spesso, abitano il suo mondo immaginario. Ama vivere a colori.
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Antonio Pavone Adesso, foto di Fabio Colangiuli
“Adesso” è una raccolta di poesie di Antonio Pavone, con le fotografie di Fabio Colangiuli. Come precisa lo stesso autore, si tratta di componimenti che raccontano di anime, luoghi ed esperienze. Di istanti che viviamo ogni giorno, in chi incontriamo e in chi siamo. Di bivi che si traducono in scelte e ogni scelta porta a un’esperienza, giusta o sbagliata che sia. Lo spazio bianco della pagina diviene il mezzo per viaggiare attraverso le parole, liberare le idee e lasciare la mente leggera. Uno spazio che si riempie di colori, dove spiccano il blu del cielo e del mare o la luce ora del sole, ora della luna. I frammenti poetici che si traducono in immagini, rese ancora più potenti dai suggestivi attimi rubati e immortalati dal fotografo Fabio Colangiuli che, con straordinaria capacità espressiva, guidano il lettore tra le parole. Le poesie non hanno titolo perché sarà il lettore a collocarle in uno spazio, in una strada tra i suoi pensieri. Le foto si prenderanno a loro volta cura dei suoi ricordi e dei suoi sogni. “Adesso” è molto più di una semplice raccolta poetica, è un viaggio che sin dai primi versi trasmette un senso di pace, dove la semplicità si accosta alla purezza di un sentimento incontaminato che si dissemina in attimi di vita. Perché bisogna avere il coraggio di lanciarsi nella semplicità delle cose, per non perdere l’attimo e riuscire ad entrare nell’Adesso. L’autore fa percepire la sua anima e le sue fonti di ispirazione, donando allo stesso tempo al lettore, attraverso un cambiamento di prospettiva, la possibilità di affacciarsi con occhi nuovi alla vita.
Antonio Pavone, nato in provincia di Bari nel 1991, è docente di Scienze Motorie e Sportive. I suoi studi in ambito scientifico (Infermieristica, Scienze e Tecniche dello Sport e Scienze della Nutrizione) gli permettono di lavorare a stretto contatto con le persone e di scoprire ogni giorno storie nuove e mondi sempre diversi. Ogni persona incontrata sul suo percorso formativo, lavorativo e di vita è un grande libro damleggere con una storia da raccontare. Sportivo da sempre e allenatore, alterna i programmi d’allenamento a pensieri, parole e poesie.
IL FOTOGRAFO Fabio Colangiuli è nato a Bari nel 1994. Ha studiato mediazione interculturale a Bari, per poi laurearsi in Lingue per la Comunicazione Internazionale a Torino, specializzandosi in inglese e russo. Quattro anni fa ha scoperto la passione per la fotografia, dopo aver ritrovato una vecchia macchina analogica di suo padre. Da quel momento, ha iniziato a scattare per le strade di Torino e poi della “sua” Puglia, lasciandosi ispirare dalla vita urbana e dalle sue atmosfere, cercando di raccontarle nel modo più genuino possibile. Quella che era nata come una semplice curiosità si è trasformata in una vera e propria professione. Ad essa abbina l’attività di agente di commercio, unendo così due mondi diversi ma complementari.
Questo libro finemente illustrato è pensato per i bambini che vogliono divertirsi mentre apprendono l’equilibrio della natura attraverso i loro nuovi amici, i Pentro, razza di cavalli alquanto rara che vive tutto l’anno all’aperto in una valle circondata da montagne.
I Pentro si trovano nella stessa zona dell’Italia centrale da oltre duemila anni, prendendo il nome dalla tribù dei Pentri che combatté contro i Romani secoli e secoli or sono. Tuttavia, la storia presentata in questo libro potrebbe essere ambientata ovunque. È stata scritta affinché la nobile razza equina possa ispirare i bambini, condividendo la loro prospettiva sulle meraviglie della natura e sulla relazione tra flora, fauna ed esseri umani. La vastità della valle a forma di cucchiaio è mozzafiato: colline e alte montagne circondano la zona, trasmettendo un senso di isolamento dal resto del mondo. Un fiume la attraversa per tutta la sua lunghezza, offrendo nutrimento a piante e animali, tra cui alcuni uccelli esotici che migrano dall’Africa. Qui i bambini possono abbracciare la natura, osservando i colori delle farfalle e dei fiori, e ascoltando il ronzare degli insetti, il gracidare delle rane e il nitrire dei cavalli. Non basta una vita per conoscere tutti i segreti della valle, che cattura l’attenzione dei più piccoli e li invoglia alla scoperta. Nonostante Madre Natura sia in costante fermento, la valle è incredibilmente pacifica e infonde tranquillità nei visitatori. In questo ambiente maestoso, è il nobile Pentro ad affascinare grandi e piccini: una magnifica bestia da lavoro o da diporto, che pascola paciosa assieme alla sua mandria o corre al galoppo per dare libero sfogo al proprio spirito indipendente. La bellezza e la forza del Pentro sono apprezzate dalla gente del luogo, che ha tratto beneficio dalla sua presenza. Questa storia per bambini descrive la valle e la relazione simbiotica tra cavalli e umani. Il libro offre inoltre simpatiche pagine da colorare.
“Questa storia splendidamente illustrata . . . è un libro per bambini lirico e didattico che fonde la poesia con un sentito messaggio sulla protezione dell’ambiente. La narrazione ritmica lo rende un piacere da leggere ad alta voce, mentre le immagini vivide immergono i lettori nei paesaggi mozzafiato della Valcocchiara.” — Kid’s Picture Book Reviews (Recensioni di libri illustrati per bambini), feb 2025
L’autore Michael DiMarco ha studiato italiano all’Università per Stranieri di Perugia e ha conseguito un master presso la Seton Hall University. Ha fondato Via Media Publishing nel 1991, pubblicando una rivista trimestrale e settanta libri. Negli ultimi anni, Mike si è concentrato sulla propria scrittura, producendo cinque libri, tra cui Mundunur: Un Paese di Montagna Sotto L’incantesimo del Sud Italia. Ha anche prestato consulenza ed è apparso in documentari televisivi trasmessi su Discovery Channel, Arts and Entertainment, The History Channel e The Learning Channel.