Da La Repubblica: Anna Folli “MoranteMoravia. Una storia d’amore” dalla recensione di Paolo Mauri (2018)

Man mano che leggevo “MoranteMoravia” di Anna Folli (Neri Pozza, pagg. 336, euro 18), con quei due nomi fusi insieme a siglare un legame fortissimo, una lunga “storia d’amore”, come dice il sottotitolo, mi sembrava però evidente che i due scrittori, ormai trattati come personaggi, venissero da due romanzi molto diversi. Moravia, giovane della Roma bene, col padre architetto, poteva essere uscito da una pagina di Thomas Mann. Aveva anche avuto esperienza del sanatorio ed era destinato a un successo precoce e duraturo. Morante, al contrario, era in qualche modo evasa da un feuilleton. La madre, Irma Poggibonzi, è maestra elementare, il padre Augusto Morante fa l’istitutore al riformatorio Aristide Gabelli a Porta Portese. Elsa ha due fratelli e una sorella: vivono a Testaccio, dignitosamente, ma poveramente e lei sogna d’essere la figlia segreta del Duca d’Aosta. A un certo punto, Elsa ha dieci anni, la madre decide di confessare la verità: Augusto Morante non è il vero padre dei suoi figli. L’uomo che ha sposato non può renderla madre e dunque le fa conoscere un amico che, per cosi dire, agirà al suo posto. Si chiama Francesco Lo Monaco, è addetto allo smistamento della posta sui treni dalla Sicilia a Rorna. È alto, bello, con gli occhi azzurri e ha già una moglie e cinque figli. Di lui Irma si innamora. Nella sua famiglia d’origine Elsa ha dunque vissuto la menzogna, insegna, non a caso, di uno dei suoi libri più famosi, “Menzogna e Sortilegio”.

L’incontro con il giovane Moravia avviene in una storica birreria di Piazza Santi Apostoli verso la fine del 1936. È il pittore Giuseppe Capogrossi a presentarli: Capogrossi è il nipote di padre Pietro Tacchi Venturi, che Elsa ha scelto come suo confessore. Ora Elsa ha lasciato la famiglia, vive in due stanze vicino a Piazza Venezia e non ha un soldo. Però, conquistata dal fascino del giovane Moravia, ha l’ardire di far scivolare tra le sue mani le chiavi di casa sua. Si avvia dunque una storia destinata a durare molti decenni e in qualche modo ancora viva anche quando i due si lasceranno e vivranno altre storie, pur continuando a sentirsi e a frequentarsi. Il libro di Anna Folli ripercorre le vicende del mondo letterario italiano e romano in particolare che vede Moravia e la Morante protagonisti. Hanno attraversato momenti difficili: si sono sposati in grandi ristrettezze.

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Fu Moravia a starle vicino quando passò molti mesi ricoverata in una clinica romana che costava anche cara. E fu Moravia a chiedere, attirandosi molte critiche, un aiuto pubblico per sostenere le spese. Intervenne il presidente Pertini, andandola a trovare e firmando un assegno dal suo conto personale di sette milioni di lire. Elsa ne fu felice, non tanto per l’assegno, ma per la luce indiretta che le veniva da quella visita. Anche in clinica, disse, ora hanno capito che ho scritto dei libri.

Vedi anche:

Elsa Morante “La Storia”

Elsa Morante “L’isola di Arturo”

Angela Borghesi “L’anno della Storia”