Da La Repubblica: Maurizio Maggiani “L’amore” presentazione di Concita De Gregorio

“Serve coraggio per scrivere la parola Amore”

«È notte, ci sono due sposi». I protagonisti difatti sono loro: lo sposo, la sposa. Nominati di continuo, come una rima interna che culla, sempre e solo con l’attributo che li definisce – lo sposo, la sposa – mai col loro nome […] È un’unione tardiva, la loro. Forse casta, persino, senza malizia e senza smancerie, un incontro arrivato come un dono quando tutto quello che poteva succedere era successo già, e dunque questo è il tempo puro dell’accudimento, della cura. La cura, il piacere di prendersi cura. L’indulgenza verso le abitudini i ritmi i riti le piccole ossessioni che ciascuno ha portato nel suo cammino sin qui. Non c’è quel desiderio, così tipico dell’amore da giovani, di cambiare l’altro: migliorarlo, trasformarlo, renderlo alla fine più forte ci si dice ma invece opportuno, cioè più simile a come si desidera che sia e dunque a se stessi. No, non qui.[…]

(da Concita De Gregorio La Repubblica)