Enrico Deaglio “La zia Irene e l’anarchico Tresca” da Il Corriere della sera, recensione di Ranieri Polese

La valigia piena di misteri

Rievocando la morte dell’anarchico Tresca, Enrico Deaglio propone una rilettura di vicende recenti (Sellerio).

Un noir a sfondo storico che parte da un omicidio impunito a New York

 

 

[…] il nuovo libro di Enrico Deaglio, La zia Irene e l’anarchico Tresca (Sellerio) parte da un cold case, l’uccisione di Carlo Tresca a New York nel gennaio 1943. 

Per riaprire il caso, Deaglio usa un espediente romanzesco: una valigia, inattesa eredità di una zia, contenente documenti, ritagli di giornale, fotografie. Irene, la zia da poco defunta, ha lavorato per anni nei servizi segreti. Morendo, ha voluto che i dossier delle sue ricerche fossero consegnati al nipote Marcello Eucaliptus, un analista finanziario, che dovrà catalogare il materiale e scrivere una relazione. 

Il primo faldone lasciato dalla zia riguarda l’assassinio di Carlo Tresca. E qui, dopo aver documentato le piste ufficiali (la vendetta mafiosa, ma anche un ordine di Mussolini), si suggerisce un’altra verità.

Così, un delitto dopo l’altro, da Salvatore Giuliano a Sindona fino addirittura a includere il sequestro Moro, Deaglio costruisce un’antistoria d’italia. Che volutamente va oltre le verità ufficiali, anche a rischio di accreditare avventurose dietrologie. In questo paesaggio pieno di ombre si inserisce bene la figura del triestino Vittorio Vidali (nella finzione romanzesca era amico della zia Irene, anche lei di Trieste), spietato agente agli ordini di Stalin. 

Introdotto da questo preludio, si sviluppa un noir che riapre un caso di oltre settant’anni fa. […] La zia Irene e l’anarchico Tresca è un esperimento che mescola generi diversi per stringere l’obiettivo su una storia mai raccontata. Su come cioè la morte di un anarchico a New York avrebbe finito per decidere tutta la storia a venire, o meglio la storia che nessuno ci ha voluto raccontare. […] ( dalla recensione di Ranieri Polese )