Anna M. Fabiano “Chiodi e farfalle”
Ferrari editore, 2014
pagine 336
15,00 euro
“Chiodi e farfalle” sa dare emozioni e sa aprire a molte considerazioni non solo sulla protagonista Francesca, ma anche sul periodo storico in cui la sua vicenda si svolge e con esso s’intreccia, sotteso al romanzo che è costruito su due momenti: le pagine del diario della giovane Francesca e quelle della donna Francesca nella realtà del momento in cui le rilegge da quasi quarantenne e affermata giornalista.
E la giovane si disvela con tutta la sua ingenuità e dubbi e incongruenze nelle pagine dell’amico diario che solo la rende felice perché, a differenza del mondo esterno, non la giudica. Un periodo buio storicamente quello dell’adolescenza della protagonista: Piazza Fontana, Pinelli, Valpreda, storie oscure che si intessono con altrettanto oscure pagine della sua giovane vita: violenze subite che libera, ma nello stesso tempo cela a se stessa ma non sul diario dove scrive:
una spugna intrisa nell’olio bollente ha cancellato dalla mia mente quella storia […] che si confonde e aggroviglia. E poi mi lascia la mente oppressa come fasciata da una malattia senza nome. ( in corsivo nel testo)
Un’esperienza che minerà profondamente la vita della protagonista e che sentiamo presente eppure velata nei racconti al diario
[…] “Perché Freud ha ragione: il nostro inconscio comunque non cancella le cose, le fa tornare a galla, le fa vivere con forza nella parte oscura dell’essere, da dove spuntano tenacemente e fanno male, e fanno sentire dolore, e mordono e divorano e distruggono”.
E la seguiamo nel suo cammino verso la maturità negli anni della contestazione studentesca e delle rivolte femministe: cambiamenti nella società che si ripropongono anche nella sua vita con la nascita di una figlia; e scopriamo il cattivo rapporto con se stessa, con gli affetti e le figure familiari, soprattutto con la madre, e la rottura definitiva con la famiglia che comunque la stringe e la richiama al dovere di figlia, non sentito. Pagine amare di esperienze difficili, di amori impossibili, sbagliati o respinti nella fatica di diventare adulta sempre tra certezze e indecisioni e soprattutto nel desiderio di potersi accettare finalmente: compito assai difficile per chi vuol essere accolto non solo come donna, ma essere amata e non tradita come persona
Salvina Pizzuoli