
“Una raccolta di racconti umoristici nei quali, mediante una narrazione ironica, a tratti grottesca e surreale, […] ci si imbatte in un medico che, tradendo le attese, esegue correttamente un intervento chirurgico; in un ragazzo che, con la collaborazione del genitore, tenta di
sbarcare il lunario con il crimine ottenendo un esito tragicomico; in un soldato della Seconda guerra mondiale che, con le sue paradossali peripezie, decanta l’assurdità della guerra; in un fantaprocesso celebrato in uno studio televisivo dove il dramma di un terremoto viene oscurato dall’imperante spettacolarizzazione mediatica; in una coppia di
coniugi litigiosi che credono di vivere nella realtà ma che si ritrovano, a loro insaputa, nella fiction; ecc..[…] (dalla sinossi)
Alcuni stralci
[…] “I vecchi sono più sicuri e rendono di più” sentenziò, con aria da docente universitario, il criminale.
Sono più sicuri perché non hanno forza, perciò non oppongono resistenza alle minacce. Rendono di più perché hanno una entrata certa. I giovani non sono sicuri perché potrebbero reagire e poi non rendono niente. Trovami un giovane che ha una paga fissa. Da noi i giovani o sono disoccupati o lavorano quando capita e chissà per quanto tempo, per di più con salari da fame. E tu cosa speri di ricavarci dal rapinare un giovane? Non rendono. Ecco tutto!! Maledetto lavoro a singhiozzo… Perciò ti ho detto di stare attento. Di questo passo non potremo mai rapinare i giovani neanche quando saranno diventati vecchi perché, con la precarietà che tira, alla pensione non ci arriveranno. Quindi dobbiamo stare attenti alla salute dei vecchi. Ognuno di loro che muore è un’entrata di meno. E per compensare la perdita di quell’entrata siamo costretti a rapinare più volte la stessa persona. A loro, poi, non conviene parlare perché noi gli facciamo avere, grazie ai nostri traffici, medicine costose a prezzi stracciati, cosa che in nessun posto al mondo gli sarebbe garantita, vero nonnetto?”
Il vecchio, legato e imbavagliato, fece di sì con la testa.
(dal racconto “Realizza un sogno”)
“Studia!” urlava mia madre “se no finisci in mezzo a una strada” continuava imperterrita. Sin da bambino quelle parole erano state la sigla iniziale dei miei compiti. Ed erano talmente assillanti che nel tempo libero riflettevo sul loro significato. Perché chi non studia finisce in mezzo a una strada? “Perché chi non studia non ha né arte né parte” diceva mia madre nel tentativo di fornire spiegazioni irrefutabili alla sua tesi. Qualcosa, però, non mi quadrava. Quelli che non studiavano e non avevano né arte né parte finivano in strada, ma non in mezzo, bensì agli angoli ed ai bordi a vendere sigarette di contrabbando. Non sarà legale, ma un’arte e una parte ce l’avevano e la sera portavano i soldi a casa. “Tu non devi portare i soldi a casa perché se studi saranno loro a venire da te” tuonava alle mie obiezioni mia madre “perciò studia e i soldi verranno da te. È solo questione di tempo, vedrai.”
(dal racconto “In mezzo a una strada.”)
Brevi note biografiche
Marcello Lombardi è nato a Napoli nel 1971. Attualmente vive in provincia di Caserta. Si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli. Durante il periodo universitario ha coltivato le proprie passioni artistiche cimentandosi come organizzatore teatrale e scrivendo poesie che ha presentato, conseguendo significativi riconoscimenti, a manifestazioni letterarie per inediti.
Nel 2006 è stato finalista al Premio Città di Empoli “Domenico Rea”, nella sezione per racconto breve.
Nel 2019 ha pubblicato, mediante Youcanprint, la raccolta di racconti “Senza esclusione di polpi”.
Molto interessante, Grazie !
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Promette bene, dalla presentazione. A noi piacciono i libri ironici!
Elettrona e Gifter
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